martedì 31 marzo 2015

Rampini nel vuoto

Nella notte del 30 marzo 2015, durante la trasmissione "Piazza Pulita" condotta da Corrado Formigli si poteva ascoltare l'intervento di tale Severgnini, non ricordiamo su quale tema comunque di scarso interesse per gli studiosi.

 

 Pronta la risposta di Federico Rampini, all'epoca editorialista del defunto quotidiano "la Repubblica", in collegamento satellitare da New York.
Questa è una provocazione sul futuro diciamo digitale. Severgnini ha detto una cosa interessante – sì – citando crozza [impossibile ritrovare oggi il significato del lemma "crozza"], cioè, la tachipirina, no? Be', guardate che in America già adesso il primo medico di famiglia è diventato google. Nel senso che l'americano medio quando ha dei sintomi influenzali prima di tutto va sul motore di ricerca google consulta l'enciclopedie mediche e si fa l'autodiagnosi poi semmai va dallo specialista. Ora questo non è attenzione a… a non essere a non demonizzare queste innovazioni perché attraverso eh… il motore di ricerca attraverso l'accesso al sapere che ci offre internet si sono anche evitati molti errori medici. Perché…
Intervento di C. Formigli: "Allora fermiamoci qui."
F. Rampini e C. Formigli [in coro] : "… la classe medica a volte sbaglia. / Fermiamoci qui Rampini."

Pochi anni dopo, ritroviamo F. Rampini nella struttura fortificata di Edonia, ricostruita in seguito alla sanguinosa guerra civile. Rampini sta perorando, in uno spazio circolare, in gilé rosso e mutandoni ascellari. Quegli unici indumenti nonché il corpo sono ricoperti di chiazze marroni, verdastre, o di transopaco unto. Si rivolge a una platea che solo lui conosce, ripetendo gli argomenti ascoltati in quella notte dell'inizio primavera 2015: il futuro diciamo digitale, "crozza", l'enciclopedie, ecc. Gli studiosi sembrano concordi nel rimandare l'intera (auto?)rappresentazione nonché il turbinare caotico di parole e sintagmi alla "libertà d'espressione", valore abbastanza riconosciuto negli anni che precedettero il cataclisma mondiale, di cui la guerra civile in Edonia fu solo una delle periferiche e trascurabili propaggini. Molti hanno notato la strana distorsione sonora, in cui le parole di Rampini si trovano ripetute, non tanto in "loop" ma con un effetto eco: "provocazione… cazione… azione…; autodiagnosi… diagnosi… gnosi…; americano medio… nomedio… dio…".
Improvvisamente la macchina da presa, con un repentino zoom verticale all'indietro, abbandona Rampini al suo appassionato intervento rivelando più precisamente lo spazio: un gigantesco tubo di lamiera qua e là arrugginito e trasudante umidità, di diametro congruo ma non ragguardevole, culminante in una ringhiera. Attorno a quella ringhiera: i mostri.
 Non sono mostri. Sono esseri umani. Gli ultimi esemplari? Mai dire mai, la nostra, dobbiamo prenderne atto, è una lotta che durerà secoli. Seminudi, scheletrici, inzaccherati di ogni possibile lordura, si aggirano intorno al tubo-baratro e ridono orrendamente, piangono, si strappano i capelli. Primi piani fulminei, quasi subliminali: quella bocca parzialmente sdentata e i denti rimasti accusano carie devastanti eppure quella bocca è ilare, quei piedi dai quali scoppiano vesciche con effetti sonori mai registrati dagli archivi di missaggio, una mano che strizza freneticamente e senza costrutto un'appendice floscia e sgocciolante (ma di cosa?) tra due cosce assurdamente adipose e forse purulente. Molti si sporgono verso il fondo, verso l'origine di quell'oscuro richiamo: non demonizzare… monizzare… are… Alcuni di essi sporgono l'ano cosparso di emorroidi e spruzzano misere gocce di feci verso la latrina gigantesca al centro della quale si staglia l'oratore Rampini (così si spiegano le sue molte chiazze?). Non intenzionalmente, si badi (è importante): il loro corpo rachitico è continuamente scosso da convulsi accessi di tosse, dilatando lo sfintere e provocando l'involontaria espulsione.
Ma costoro stanno realmente guardando in fondo a quel fosso? Stanno ascoltando? È ancora possibile garantire un'intenzionalità in questa sarabanda di cui gli odierni ricercatori rintracciano echi iconografici di Dürer, di Charcot, di Tod Browning, di Lovecraft e del film "Alien 3" (secondo l'audace interpretazione di HGVG XII tutti gli esseri viventi della struttura edoniana sarebbero cloni di "Danny Webb")? E ancora: questo ennesimo, fastidioso ma comunque in medio termine condannato bubbone di umanità provvede al proprio sostentamento? E come? Forse ricorrendo al cannibalismo? Oppure dobbiamo prendere in considerazione l'assurda eresia di JHGYE XYV, che dietro Rampini si illude di intravedere un rettangolo di luce, a livello del suolo, dal quale – ma è solo un'illazione pseudoaccademica – verrebbe passato "del cibo" non meglio determinato, in modo tale da assicurare la preservazione del "corpo Rampini" e quindi del valore "libertà di pensiero"? Abbiamo seri motivi di dubitarne.

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