Credo di essere una delle poche persone a ricordare il finale di Gloria, quando, dalla trita Cadillac nera, invece degli annosi killer
Phil vede uscire Gena Rowlands, e quel che Phil vede uscire dalla
Cadillac e dallo schermo è un sogno (tutto il film è un sogno: si
spaccia un'idea del mondo per un'idea del cinema), perché Cassavetes vira
l'immagine in bianco e nero. Cerchi quel finale, che ricordi e sai di aver visto
sette volte al giorno quando avevi nove anni, l'esatta età di Phil (una volta al giorno, per una settimana: il
biglietto costava meno di dieci franchi, eri solo a Montparnasse),
sapevi a nove anni che non ti avrebbe mai abbandonato, quell'abbandono, ossia quella desaturazione, la morte elusa e ritrattata da una beffa cinematografica. Anni dopo la Columbia ti negherà persino la
pensione dell'immaginario, e con il colore ripristinato la verità (ossia il
falso) non trova neppure spazio su google.
lunedì 28 aprile 2014
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