giovedì 23 settembre 2021

Stenshots

Un montaggio youtube di tutte le volte in cui nella sua carriera Lino Ventura dice "Aaaah… bon." non guasterebbe.




sabato 18 settembre 2021

sabato 11 settembre 2021

Yakuza 0 (Koji Yoshida, 2015)

Ho finito ieri sera Yakuza 0, dopo aver giocato al primo e al secondo Yakuza Kiwami. Ho subito scaricato la collection remastered del terzo, quarto e quinto in promozione sullo store e avevo già comprato il sesto settimane fa.
Lo Zero mi pare al momento l'apoteosi della geniale follia della saga: una roba che a platinarla ti prende mesi, quando la storia in sé, per il secondo, può essere sbrigata in due ore circa (l'ho verificato di persona per ottenere il trofeo in modalità leggendaria). In questo caso siamo di fronte a un vero e proprio film, con personaggi dalla psicologia imprevedibile e dalla fisionomia improbabile ma sempre verosimili, secondo una logica che trova un senso cammin facendo e quel senso è il loro destino e la loro verità: praticamente un romanzo, sicuramente un film. In parallelo alla tragedia, il delirio: un moltiplicarsi arborescente di storie secondarie, minigiochi, anticipazioni e profezie dei capitoli seguenti, dilazioni, il tutto in chiave comica, pecoreccia, scorretta, sublime. È, sulla carta, metà del gioco, ed è quello che prende mesi, se vuoi che li prenda (ma se non vuoi che ci giochi a fare: è quello il tuo senso, il tuo destino, la tua verità).
Tutto – dalla vita alla morte, dal rispetto all'onore, dalla discoteca eighties alla videoteca porno, dall'allegra pedofilia al cabaret di puttane eque e solidali, dai primi videogiochi di macchinine alle corse di modellini, dall'amore più disinteressato alla masturbazione furiosa con scatolone di kleenex sottomano, dalla gestione commerciale di Tokyo affidata a sosia di Steven Spielberg e Michael Jackson ad arene clandestine e subacquee abitate da Michael Myers e Scarecrow, da indigestioni di takoyaki a incontri sporadici e puntuali con giganti ritardati, ricchissimi e calvi in cerca di lozioni miracolose e di fantaridicoli viaggi steroidali-siderali, da questo a quello, da qui a ora, da altrove a domani, da un "vacant lot" di tre metri quadri a Tokyo che tutti si contendono al Polo Nord dove si trovano, forse, armi impossibili – è ordinato secondo una logica implacabile e sottomesso a una consequenzialità ferrea, che non conosce neanche l'ombra di un bug, neppure il riflesso di un glitch.
La perfezione, e al contempo la miseria della perfezione: esposta, infinita, struggente.
Era dai tempi di Red Dead Redemption 2 che non mi capitava un'esperienza del genere.

domenica 5 settembre 2021