sabato 31 agosto 2019
domenica 18 agosto 2019
sabato 17 agosto 2019
giovedì 15 agosto 2019
Love on a Diet (Johnnie To, 2001)
Ieri sera ho visto per pigrizia e senza aspettarmi nulla di buono un film in cui un'orribile palla di lardo rotola la propria inutile esistenza finché non incontra un suo schifoso pari. Dopo dieci minuti, massimo venti, i due si accorgono che bisogna accettarsi per quello che si è guardando oltre le apparenze e rivendicando il proprio inalienabile diritto alla felicità.
A quel punto secondo le convenzioni ma anche secondo la logica più elementare il film può dirsi tranquillamente finito.
Non è finito.
La stracicciona un tempo era una splendida fanciulla fidanzata con un altrettanto delbelvederoso Apollo, ora pianista di fama internazionale, che l'aveva abbandonata per "studiare all'estero": al che la nostra aveva preso un buon centinaio di chili affogando il dolore in tonnellate di cibo. Tornato in patria, tuttavia, l'irresistibile pianista prodigio annuncia alla tv che non ha dimenticato il suo vero amore e che l'aspetta come si erano promessi "sotto la torre", il che sarebbe molto commovente se non fosse che l'appuntamento è fissato tra un mesetto e lui non sa quel che sa lo spettatore, ossia che la sua Arianna si è spiaggiata come un capodoglio di cinque tonnellate. Cinque tonnellate non sono bruscolini. Sono milioni e milioni di bruscolini sgranocchiati istericamente assieme a chele di granchio mutante, spiedini, spaghettini, patatine, noccioline, burro di noccioline, torte giganti, gelati sgocciolanti, lecca lecca, caramelle, bomboloni, ciambelloni, insalate, carote, salsiccette e salsiccioni. Impossibile svuotare la pancia dal contenuto di un intero ipermercato in un mese.
Impossibile? Impossibile?! Se c'è la volontà e l'amore nulla è impossibile! Il suo compare obeso ha un piano, e intende attuarlo. (Tra parentesi: lo ha e intende attuarlo perché è segretamente innamorato di lei, anzi no, non lo è segretamente, glielo dice più volte, e se proprio vogliamo fare i precisini se lo dicono più volte reciprocamente, in tutti i modi possibili nell'ultima scena del film, o meglio, se volete buttarla sulle puntigliose pedanterie, pochi minuti dopo l'inizio del film. Ma a questo punto che senso ha, vi chiederete? Nessuno, non ha nessun senso.) Assieme all'aiuto di suoi quattro amici altrettanto grassi (in realtà due sono appena sovrappeso e dei due uno avrà sessant'anni suonati quindi per l'età è praticamente normale, gli altri due sono smilzi) e di una calcolatrice elettronica elabora la dieta perfetta il cui totale faccia ritrovare alla balena umana le forme che aveva in quel poster gigante affisso nella di lei cameretta come un "ricordati di cacare", poster gigante ricavato da un'immagine formato fototessera ingrandita 1000 volte senza la minima perdita di definizione. Prima di tutto, inserire una tenia nell'intestino. Effetto garantito, quella se magna tutto. 17 kg. Poi una bella purga. 14 kg. Sì, ma se fai una purga ammazzi la tenia! dice il vecchio saggio. Ma no che la purga non te l'ammazza, la tua tenia, stai tranquillo. Poi 5 lassativi, ma di quelli tosti, al giorno. 15 kg. Eh ma allora la tenia finisce cacata e addio 17 kg! STAI ZITTO E NON ROMPERE TI ABBIAMO GIÀ DETTO CHE NON FINISCE CACATA CHE NON GLI SUCCEDE NIENTE AL TUO VERMONE DEL CAZZO! E vabbe', non gli succederà niente ma tanto la calcolatrice è spietata, i conti non tornano. Non tornano, non tornano, e che problema c'è. Invece di 5, 10 lassativi. Due purghe, non una. E una tenia di dimensioni spropositate, una megateniononona. Non ci siamo ancora. Allora gli amici sparano numeri senza motivarli, come fossero a un'asta, "io dico altri 12 kg!", "e io rilancio con 19 kg!". Ok, ci siamo. Più o meno. Si danno per scontati: digiuno totale, ginnastica 24/24, degenza in clinica specializzatissima e costosissima. Sì, costosissima, ma i soldi? I soldi, i soldi, che problema c'è. Pur di restituire a Trippona l'amore di una vita sana e nocarb l'amiciccissimo (o più precisamente l'innamoratissimo di un amore esplicitamente ricambiatissimo) fa di grassissima necessità virtù e moneta sonante: trasformandosi in punching-ball umano nei bassifondi. Così, mentre lui mette su un business masochistico facendosi ulteriormente gonfiare di cazzotti da parte di aspiranti pugili, lei s'asciuga.
Scontatissimo l'esito, all'appuntamento lei sfancula l'odioso neoclavicembalista, anche perché "sotto la torre" si è portato appresso le televisioni dell'intero pianeta Terra, il che fa calare un'ombra di sospetto sulla sincerità del suo amore, dato che secondo le convenzioni l'amore è "una cosa abbastanza intima", ma soprattutto perché lei pur ormai così diversa (nel fisico, ma non solo: il film non ha tentennamenti nel collegare l'obesità all'assenza di grazia, alla volgarità, al disgusto, tutte caratteristiche che scompaiono di colpo con la perdita di peso) ama lui, il punching-ball subumano. E quindi corre dal suo amato e fine.
No, non finisce così. Lei non corre dal suo amato, all'inizio non si capisce proprio perché, poi sembra di intuire che in realtà lei corre, ma non sa dove correre perché non sa dove sia finito, l'amato antropokrapfen. E perché non lo sa? E perché non lo chiede agli amici loro? E chi lo sa, chi se ne frega!
Passa il tempo, non si capisce se pochi minuti, qualche mese, molti decenni. Pochi minuti no, perché lei la ritroviamo ricca sfondata dopo aver scritto il libro definitivo su come perdere 231 chili in due giorni. Molti decenni neppure, perché è uguale a come l'abbiamo lasciata nella scena precedente. Poi lei è in auto, e davanti a lei si ritrova l'assurda automobilina gialla, talmente assurda e talmente gialla che può guidarla solo lui, il suo ippopotamo preferito. Solo che non la guida un ippopotamo, ma un ragazzo avvenente, un bel ragazzo molto cool. I due si abbracciano "sotto la torre" e possono finalmente amarsi, ora che anche lui ha cacato tutto il cacabile e oltre seguendo le lassative istruzioni del magnifico bestseller scritto da lei, che è la squisita Sammi Cheng, bestseller che forse, segretamente, ha scritto per lui, che è lo strafico Andy Lau.
Questa la sceneggiatura di Love on a Diet, un'accozzaglia ripugnante, disinvolta e completamente irresponsabile di truci luoghi comuni mai riscattati dal benché minimo dubbio morale, una robaccia inaudita al cui confronto il più spietato film dei fratelli Farrelly sembra (come di fatto è) girato da Michelle Obama.
Solo che il film non è girato né dai Farrelly né da Missis Obama, ma da Johnnie To. E siccome non esiste sceneggiatura che Johnnie To non riesca a trasformare in coro degli angeli, perché Johnnie To sa che la sceneggiatura di un film non è il film e non è neppure la storia che racconta un film, quel film è bellissimo.
Girato due anni dopo The Mission, che rese giustamente noto Johnnie To, Love on a Diet ci regala anche la breve ripresa di questa scena, a mio avviso la più bella di tutta la storia del cinema di Hong Kong.
A quel punto secondo le convenzioni ma anche secondo la logica più elementare il film può dirsi tranquillamente finito.
Non è finito.
La stracicciona un tempo era una splendida fanciulla fidanzata con un altrettanto delbelvederoso Apollo, ora pianista di fama internazionale, che l'aveva abbandonata per "studiare all'estero": al che la nostra aveva preso un buon centinaio di chili affogando il dolore in tonnellate di cibo. Tornato in patria, tuttavia, l'irresistibile pianista prodigio annuncia alla tv che non ha dimenticato il suo vero amore e che l'aspetta come si erano promessi "sotto la torre", il che sarebbe molto commovente se non fosse che l'appuntamento è fissato tra un mesetto e lui non sa quel che sa lo spettatore, ossia che la sua Arianna si è spiaggiata come un capodoglio di cinque tonnellate. Cinque tonnellate non sono bruscolini. Sono milioni e milioni di bruscolini sgranocchiati istericamente assieme a chele di granchio mutante, spiedini, spaghettini, patatine, noccioline, burro di noccioline, torte giganti, gelati sgocciolanti, lecca lecca, caramelle, bomboloni, ciambelloni, insalate, carote, salsiccette e salsiccioni. Impossibile svuotare la pancia dal contenuto di un intero ipermercato in un mese.
Impossibile? Impossibile?! Se c'è la volontà e l'amore nulla è impossibile! Il suo compare obeso ha un piano, e intende attuarlo. (Tra parentesi: lo ha e intende attuarlo perché è segretamente innamorato di lei, anzi no, non lo è segretamente, glielo dice più volte, e se proprio vogliamo fare i precisini se lo dicono più volte reciprocamente, in tutti i modi possibili nell'ultima scena del film, o meglio, se volete buttarla sulle puntigliose pedanterie, pochi minuti dopo l'inizio del film. Ma a questo punto che senso ha, vi chiederete? Nessuno, non ha nessun senso.) Assieme all'aiuto di suoi quattro amici altrettanto grassi (in realtà due sono appena sovrappeso e dei due uno avrà sessant'anni suonati quindi per l'età è praticamente normale, gli altri due sono smilzi) e di una calcolatrice elettronica elabora la dieta perfetta il cui totale faccia ritrovare alla balena umana le forme che aveva in quel poster gigante affisso nella di lei cameretta come un "ricordati di cacare", poster gigante ricavato da un'immagine formato fototessera ingrandita 1000 volte senza la minima perdita di definizione. Prima di tutto, inserire una tenia nell'intestino. Effetto garantito, quella se magna tutto. 17 kg. Poi una bella purga. 14 kg. Sì, ma se fai una purga ammazzi la tenia! dice il vecchio saggio. Ma no che la purga non te l'ammazza, la tua tenia, stai tranquillo. Poi 5 lassativi, ma di quelli tosti, al giorno. 15 kg. Eh ma allora la tenia finisce cacata e addio 17 kg! STAI ZITTO E NON ROMPERE TI ABBIAMO GIÀ DETTO CHE NON FINISCE CACATA CHE NON GLI SUCCEDE NIENTE AL TUO VERMONE DEL CAZZO! E vabbe', non gli succederà niente ma tanto la calcolatrice è spietata, i conti non tornano. Non tornano, non tornano, e che problema c'è. Invece di 5, 10 lassativi. Due purghe, non una. E una tenia di dimensioni spropositate, una megateniononona. Non ci siamo ancora. Allora gli amici sparano numeri senza motivarli, come fossero a un'asta, "io dico altri 12 kg!", "e io rilancio con 19 kg!". Ok, ci siamo. Più o meno. Si danno per scontati: digiuno totale, ginnastica 24/24, degenza in clinica specializzatissima e costosissima. Sì, costosissima, ma i soldi? I soldi, i soldi, che problema c'è. Pur di restituire a Trippona l'amore di una vita sana e nocarb l'amiciccissimo (o più precisamente l'innamoratissimo di un amore esplicitamente ricambiatissimo) fa di grassissima necessità virtù e moneta sonante: trasformandosi in punching-ball umano nei bassifondi. Così, mentre lui mette su un business masochistico facendosi ulteriormente gonfiare di cazzotti da parte di aspiranti pugili, lei s'asciuga.
Scontatissimo l'esito, all'appuntamento lei sfancula l'odioso neoclavicembalista, anche perché "sotto la torre" si è portato appresso le televisioni dell'intero pianeta Terra, il che fa calare un'ombra di sospetto sulla sincerità del suo amore, dato che secondo le convenzioni l'amore è "una cosa abbastanza intima", ma soprattutto perché lei pur ormai così diversa (nel fisico, ma non solo: il film non ha tentennamenti nel collegare l'obesità all'assenza di grazia, alla volgarità, al disgusto, tutte caratteristiche che scompaiono di colpo con la perdita di peso) ama lui, il punching-ball subumano. E quindi corre dal suo amato e fine.
No, non finisce così. Lei non corre dal suo amato, all'inizio non si capisce proprio perché, poi sembra di intuire che in realtà lei corre, ma non sa dove correre perché non sa dove sia finito, l'amato antropokrapfen. E perché non lo sa? E perché non lo chiede agli amici loro? E chi lo sa, chi se ne frega!
Passa il tempo, non si capisce se pochi minuti, qualche mese, molti decenni. Pochi minuti no, perché lei la ritroviamo ricca sfondata dopo aver scritto il libro definitivo su come perdere 231 chili in due giorni. Molti decenni neppure, perché è uguale a come l'abbiamo lasciata nella scena precedente. Poi lei è in auto, e davanti a lei si ritrova l'assurda automobilina gialla, talmente assurda e talmente gialla che può guidarla solo lui, il suo ippopotamo preferito. Solo che non la guida un ippopotamo, ma un ragazzo avvenente, un bel ragazzo molto cool. I due si abbracciano "sotto la torre" e possono finalmente amarsi, ora che anche lui ha cacato tutto il cacabile e oltre seguendo le lassative istruzioni del magnifico bestseller scritto da lei, che è la squisita Sammi Cheng, bestseller che forse, segretamente, ha scritto per lui, che è lo strafico Andy Lau.
Questa la sceneggiatura di Love on a Diet, un'accozzaglia ripugnante, disinvolta e completamente irresponsabile di truci luoghi comuni mai riscattati dal benché minimo dubbio morale, una robaccia inaudita al cui confronto il più spietato film dei fratelli Farrelly sembra (come di fatto è) girato da Michelle Obama.
Solo che il film non è girato né dai Farrelly né da Missis Obama, ma da Johnnie To. E siccome non esiste sceneggiatura che Johnnie To non riesca a trasformare in coro degli angeli, perché Johnnie To sa che la sceneggiatura di un film non è il film e non è neppure la storia che racconta un film, quel film è bellissimo.
Girato due anni dopo The Mission, che rese giustamente noto Johnnie To, Love on a Diet ci regala anche la breve ripresa di questa scena, a mio avviso la più bella di tutta la storia del cinema di Hong Kong.
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