Scambi domestici.
– Non improvvisare. Anticipa. Prima di guardare The Killer di Fincher chiediti che cazzo te ne frega.
– Solo a pensarci mi è sceso il polso a 45.
– Poi però sono andato a Santo Domingo, mi son tirato su con un caffè e mi son fatto 50 flessioni di fila. Diciamo 37 flessioni. Una flessione, via. Tanto chi le ha contate. A chi frega delle mie flessioni. Siam 7,8 miliardi. Frega niente a nessuno, delle mie flessioni.
– E ho cambiato targhe ascoltando la mia musica preferita. Senza empatia.
– Ma non come Alain Delon che svita svita svita la targa riavvita riavvita riavvita la targa. Prendo una delle mie 7,8 miliardi di targhe, la avvicino all’altra e taaaac!
Capito?
Ca-la-mi-ta!
Delon ci mette cinque minuti. Io cinque secondi. Poi però tocca andare avanti per due ore.
– Delon ---> diteggia una cinquantina di chiavi per mettere in moto la DS.
Io ---> sblocco lo scooter con l'app che non va non va non va poi va!
– Poi sbloccato lo scooter vado avanti a tutta birra con la mia due ore di vita noiosissima da killer osservato da 7,8 miliardi di abbonati Netflix, o forse solo da sette, otto abbonati, non si sa, Netflix non lo dice perché non ha empatia e soprattutto non gliene frega un cazzo!
Perché Dio è morto eccetera, capito?! Quindi che mi frega? Un cazzo! È come in quel vecchio film, li ho visti tutti senza capirci un cazzo, quello con l’albergo, 7,8 miliardi, vanno, vengono, tutto senza senso! Il mondo è un assurdo albergo del cazzo, un albergo TUTTO VERDE!
– Avrai notato che questa conversazione piace molto alle signorine di Twitter.
– Frega un cazzo delle signorine di twitter, io posso avere 7,8 miliardi di signorine di twitter solo per me, le porto tutte a bordo piscina della casa mia a Santo Domingo, ci beviamo un caffè del cazzo e guardiamo un tramonto del cazzo tutto verde, chissà perché, chi se ne frega.
– E poi cinque bicchierini di whisky degustazione. Ci sono i dessert? Sì? No, lasci perdere.
– Ho smesso di bere quando hanno sfigurato Conchita, la mia cazzo di colf dominicana, con il marito Pancho che non si dava pace, poi ho scoperto che era la mia fotomodella del cazzo e non una colf e Pancho non lo so, forse suo fratello, non lo so, ma tanto non mi frega un cazzo.
– Sono messa tanto male? dice quella. E lui la guarda un po' così, come guarderebbe una targa attaccata male o uno scooter che non parte. Domande che non devi fargli.
Vabbe', dice lei, immagino che lo vedrò da sola. Ecco brava.
– La vita è così, oggi fotomodella, domani colf sfigurata, dopodomani chissà, hai 7,8 miliardi di possibilità, le metti sulla bilancia, fai la tara, ti ritrovi con un 98,8% di non me ne frega un cazzo, il resto lo metti in una busta di plastica sigillata e lo butti nella Senna.