domenica 8 novembre 2009

L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)

XXXII — PULL ZE STRINGS!

In occasione della mia festa, ben sette pensierini a chi riconosce il film da cui ho estratto questa immagine. Ogni giorno della settimana, fino a lunedì prossimo, apparirà un nuovo fotogramma. Ma anche il cervello degli zombi si decompone, e i pensierini si riducono nel tempo.
AGGIORNAMENTO (martedì 3 novembre): Seconda immagine. Ho perso un pensierino.
AGGIORNAMENTO (mercoledì 3 novembre): Terza immagine. Un sobrio ringraziamento alla Corte di Strasburgo riduce i pensierini a cinque.
AGGIORNAMENTO (giovedì 4 novembre): Quarta immagine, quattro pensierini. My mind is going...
AGGIORNAMENTO (venerdì 5 novembre): Quinta immagine. Nancy, Nancy, give me your answer do... I'm half crazy all for the love of you... You'll look sweet upon the seat of a bicycle built for three little thoughts...
AGGIORNAMENTO (sabato 6 novembre): Sesta immagine. Mi sento sempre più come Homer, quando dice a Marge: "Voglio restar solo col mio pensiero".

gioco6.jpg

pensierino2.jpg

pensierino 3.jpg

pensierino4.jpg

pensierino5.jpg

pensierino6.jpg

ATTENZIONE: la partita si è conclusa sabato 7 novembre alle 12.59. Due pensierini per bianca.

Il film da indovinare era Carrie — Lo sguardo di Satana (Carrie, 1976) di Brian De Palma.

Tutti i fotogrammi (tranne il terzo, la coincidenza casuale era troppo ghiotta) sono tratti dalla stessa sequenza, summa magistrale del cinema secondo De Palma. Gli effetti più kitsch (ralenti, split screen, dettagli torbidi, shock e pop) vengono sbandierati, senza alcun pudore. De Palma è Hitchcock, certo, ma un Hitchcoch degradato. Meglio ancora: la sua continuazione ideale, fantasmatica, a partire da Frenzy, ultimo film veramente controllato di Sir Alfred, quello in cui il maestro tratta frontalmente il tema formale del brutto, e di cui si impossessa il suo discepolo per imbastirvi la sua diseguale e sgradevole opera. (Quasi tutti i miei amici odiano Il fantasma del palcoscenico, lo considerano "invecchiato", "vieilli", quando in realtà il film era in partenza un musical deliberatamente marcio, un osceno, stucchevole, scoppiettante e geniale "musichevole", come gracchia Lina Lamont alla fine — De Palmiana ante litteram — di Cantando sotto la pioggia, visto stasera con figlia7.) Hitch passò buona parte della sua vita alla ricerca dell'ur-bionda. Era Grace Kelly. Il tempo che gli restava lo spese a rimpiangerne la perdita. Con le vittime proletarie e sgraziate di Frenzy passò decisamente ad altro. Allora cercava quello che De Palma fabbricherà in Carrie: l'ur-cozza in fiore, straordinariamente incarnata da Sissy Spacek, gran signora (le dobbiamo David Lynch, mica pizza e fichi).
Poi c'è quello che sapete ormai a memoria: in De Palma split screen e ralenti servono a decomporre analiticamente una matassa di visioni, tutte accomunate dall'angoscia e dal desiderio: l'intera sequenza è un susseguirsi cubista di dettagli, soggettive e primi piani di sguardi: Nancy Allen sotto il palco tira le fila della propria vendicativa sensualità; Amy Irving intuisce la goliardica macchina, mezza copulante e mezza celibe, che trova il suo punto di depressione ciclonica in un secchio dove il sangue suino, ondeggiando, compie i cicli della nevrosi: Betty Buckley vede Amy Irving ma sovrappone all'ansia della sua studentessa mai abbastanza innocente l'inane ansia d'ordine e di giustizia della professoressa di ginnastica; i membri della prom night vedono William Katt e Sissy Spacek; William Katt vede solo i flash e Sissy Spacek non vede nulla.
Cala il sipario, pull ze strings e bucket of blood. E a quel punto Carrie vede tutti e tutto, contemporaneamente, in un'ubiqua paranoia (gli split screen, i "they're gonna laugh at you", memori del buñueliano El). Tutto tranne se stessa, la propria follia, ossia sua madre. L'unico a vedere per intero tutta la scena, con al centro questa spaventosa chimera che riesce a essere al contempo Marion Crane, Norma e Norman Bates è lo spettatore, qui invitato a gioire della propria sadica pedofilia con una violenta sfacciataggine, pensabile solo nel delirante cinema USA anni Settanta.
Carrie, ovvero il controllo assoluto della realtà fisica. A quella psichica ci penseranno, pochi anni dopo, i teleapatici di Scanners (David Cronenberg, 1981): e a me la musica di Shore sembra la continuazione ideale di quella di Donaggio. Poi
non resteranno altri territori da esplorare. Almeno al cinema.


La prossima sfida si terrà lunedì 9 novembre.


L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ.
GRADUATORIA
arcomanno: 17 pensierini.
afasol: 14 pensierini.
bianca: 12
pensierini.
maxeramax: 3
pensierini.
YagaBaba: 3
pensierini.
gegio: 3
pensierini.
Andrea: 2
pensierini.

13 commenti:

bianca ha detto...

Sarà mica il meraviglioso "Dolls" di Takeshi Kitano?
Non ci posso credere.

Stenelo ha detto...

— Che fai, origli [su friendfeed]?
— Esiste “origliare” e “impossibile non sentire”. Credo di appartenere alla seconda categoria.
Pam (Rose McGowan) e lo psicopatico Stuntman Mike (Kurt Russell) in Grindhouse — A prova di morte (Quentin Tarantino, 2007).

No, niente "Dolls", niente quasi omonimo.
Oh, avviso ai giocatori: la mia progressiva necrosi cerebrale da oggi mi farà rispondere solo "sìssì", "nonnò". Con tutti questi bei pensierini in palio non vorrete mica che vi tenga la manina, eh.

bianca ha detto...

Semplice coincidenza!
Sono andata a vedere, peraltro non capendoci nulla, a parte l'indispensabile per decodificare il "Tarantino" del giorno. Non c'entra niente: se avessi letto prima le chiacchere dei G. non avrei sparato K. (ero già molto poco convinta dalla facile associazione tra le sue bambole e le tue strings): ma quando mai si regalano così sette pensierini? Infatti: non si regalano così sette pensierini.

Ho riscritto anche per gli auguri, eh. Auguri.

Stenelo ha detto...

Nonnò, ma io stav'a scherza'.

Sissì.

bianca ha detto...

Comunque Dust è fissato col Giappone. Oh, anch'io, eh (con un altro posto), per via fìglia figlia 19. Sissì.

capctha... chapta... ... kamchatka... risico... insomma quella cosa lì è:
sicip!

Stenelo ha detto...

Sissìp!

bianca ha detto...

Che paura mammamia, è "Carrie" di Brian De Palma!
Sissì.

Stenelo ha detto...

Carrie l'impératrice, Sissi face à son intestin.

bianca ha detto...

Bellissima la sintesi del gioco di parole, pieno di memoria cinematografica. E di Stenelo mi piace anche l'ultimo verso: "Chissà a quale temperatura bruciano, gli uomini parola."
(veloce mischio dal "Grande Libro degli Origli", cit.)

Grazie del gioco.

Stenelo ha detto...

Quale gioco di parole? Qui si sprecano, non mi ci raccapezzo più.
(Mi piacciono le parole che cominciano con la lettera Z, che te lo dico a fare.)

bianca ha detto...

Mi riferivo a quello che viene da "Sissi face à son destin", e mi sembrava chiarissimo. Anch'io però, che te lo dico a fare?
Ah, sì, perché me lo hai chiesto.

Stenelo ha detto...

Quella dell'intestino temo di averla rubata a un God's God. Etonnant, non?

bianca ha detto...

Ahahahah