sabato 26 dicembre 2015
domenica 11 ottobre 2015
domenica 9 agosto 2015
Lauren Bacall
lunedì 8 giugno 2015
This is my blog and this is for fun
Circa trent'anni fa il migliore amico di mio padre, figlio di un fascista monarchico, che viveva con il padre quasi centenario e ancora al volante di un automobile con la quale causava numerosi incidenti, automobile che prestava al figlio amico di mio padre per permettere a lui, a mio padre e a me di "fare una rotolata" per Roma, e una volta la polizia ci fermò sotto la statua di Goethe, ci fece uscire e ci puntò contro le armi mentre controllavano i documenti, e c'era un giovanissimo con un mitra e quel mitra tremava, ma tremava ancor più l'amico di mio padre o piuttosto non tremava, sudava freddo e io non me ne accorsi, solo quando ci lasciarono andare e riprendemmo la nostra rotolata vidi che sudava freddo ed era pallido come un cencio e allora gli chiesi Che c'è e lui balbettò Apri il cruscotto, e dentro c'era una pistola, l'amico di mio padre chissà cosa ci faceva con una pistola che bastava guardarlo di traverso e cadeva vittima d'infarto, lui finissimo letterato spiantato a sessant'anni ancora a casa del padre a studiare letteratura e filosofia francese e a tradurla splendidamente per nessuno, lavorando su libri che rubava in tutte le librerie di Roma, rubava persino le enciclopedie e quando arrivarono le telecamere aveva identificato gli angoli morti della Hoepli della Herder della Procure, poi arrivarono le fotocellule e lì lo persi di vista ma allora lo frequentavo praticamente ogni sera, avrò avuto poco più di tredici anni e lui mi disse che tutto sommato se volevo avere una vaga idea di quel che raccontavano i Canti di Leopardi mi conveniva procurarmi l'edizione annotata di De Robertis perché lì si spiegava bene quella cosa che si chiama DEITTICO.
Treccani:
"Il termine deittici indica un insieme eterogeneo di forme linguistiche – avverbi, pronomi, verbi – per interpretare le quali occorre necessariamente fare riferimento ad alcune componenti della situazione in cui sono prodotti. I deittici coinvolgono dunque due realtà diverse: una realtà linguistica, interna alle frasi, e una extralinguistica, esterna alle frasi."
Credo che tra le prime cose che ho scritto ripetutamente in rete ci sia il mio problema con i deittici. Nella vita reale ho litigato ferocemente con gente che mi diceva là, lì, quello. Non capivo mai cosa indicasse, anche perché non indicava nulla. Alcuni di loro ho smesso di frequentarli solo per quello.
Ho fatto pace con i deittici quando, una sera, trovai finalmente "la mia anima gemella", come si legge nei romanzi di Chrétien de Troyes, forse.
Si chiamava Paula Trent.
Le sue parole furono un colpo di fulmine:
"I dischi volanti sono lassù, e il cimitero è laggiù: io resterò chiusa qui. "
domenica 10 maggio 2015
Considerazioni sull'Expo 2015 svoltasi attualmente a Milano nel 2015
Son cose di alimentazione, d'accordo. Però tutti mangiano, anche quelli che muoiono di fame!
Il raccordo anulare per le bici mi ha entusiasmato, ma se ciascuno di noi nel suo piccolo non "fa il suo piccolo" puoi inventarti tutti i manubri equi e solidali che vuoi ma non avrai mai piste a dimensione umana. La bistecca alla fiorentina piace a molti, e ci mancherebbe! Ma se la cuoci per venti minuti la filiera macrogenetica non puoi difenderla, lo capisci sì o no? Sì o no?! Ma no che non lo capite, dai. Lo sanno gli italiani e soprattutto le italiane che ogni bistecca comporta lo spreco di mezzo litro di acqua potabile per far crescere i conigli che vengono poi ingrassati con diserbanti transgenetici per nascondere le orecchie nel piatto si fa per dire offerto dal padiglione? Una fiorentina all'amiantide a 1348 euro e 33,3 centesimi periodici all'etto a te vi pare offerto? E allora hai voglia a parlare dal consumatore al produttore e ritorno, di biogelato allo stracchino igienico senza se e senza ma.
No! Se! Ma! Mai mais, tuttalpiù! Perché anche expo ha un cuore, il cacao è il cibo di Dio (ma anche di altri che non si chiamano Dio e che hanno comunque grossi superpoteri) come si dice. È molto molto salutista, perché se uno mangiasse UN ICTUS DI CACAO di 8% riduce il riscaldamento globale di 22 grammi e questo è molto molto importante, per dire.
Eh.
Voi credete che non dico i fatti ma io so bene COME GIRA IL MONDO, ho scritto UN LIBRO che ha venduto più di 600 pagine e questo vuol dire una cosa!..
venerdì 24 aprile 2015
Un'avventura della libertà
Cercando (e trovando, vedi sotto) in rete Sobibór, 14 octobre 1943, 16 heures di Claude Lanzmann, che in Italia non è mai uscito, mi son ricordato di questo testo. Me lo aveva chiesto un quotidiano, per il 25 aprile di 10 anni fa.
Nell’attesa (della disposizione psicologica, della conoscenza tecnica, dell’accetta), si può cominciare a resistere da soli. Anzitutto sopravvivendo per cinque anni interi, quando si è un pianista ebreo naufrago nella Varsavia occupata; nutrendosi di quel che capita. Obbligando la mente a non dimenticare la manciata di note di un notturno di Chopin, tra le scariche di mitra e le bombe, nel Pianista di Polanski. Si può resistere burocraticamente: a Schindler è bastato spostare da una lista all’altra mille nomi per salvare altrettante vite. È grazie a lui che Spielberg ha potuto farci vedere mezzo secolo dopo i veri sopravvissuti. Si può resistere tacendo, nel Silenzio del mare di Melville, come fanno un padre e sua figlia, lasciando l’ufficiale tedesco intrappolarsi nelle contraddizioni del suo monologo, e suggerendogli in extremis la rivolta nelle parole impronunciate di Anatole France: “È bello che un soldato disobbedisca a ordini criminali”.
C’è poi la resistenza organizzata, partigiana, armata: quella ad esempio di Paisà di Rossellini; del post 8 settembre, da Tutti a casa di Comencini al Partigiano Johnny adattato da Guido Chiesa. E il suo ricordo, crepuscolare e spietato, nello splendido L’armata degli eroi di Melville: titolo italiano assurdo, per l’originale L’Armée des ombres. O ne I nostri anni di Daniele Gaglianone. Si resiste fermando Il treno di Frankenheimer, per salvare Monet e Cézanne. O cercando di non perdere L’ultimo metrò di Truffaut. “Essere o non essere”: anche ridendo, per il Lubitsch di Vogliamo vivere, “that is the question”: e il monologo di Amleto, infatti, contiene messaggi in codice per la Resistenza.
C’è infine la rivolta di massa, popolare. Le città resistenti, da Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy alla Praga ricostruita a Hollywood in Anche i boia muoiono di Fritz Lang (e Brecht); dalla fantasticata e borgesiana Tara de La strategia del ragno di Bertolucci a Roma, città aperta, che fu insieme film su e di Resistenza. Girato in condizioni avventurose nelle strade della città, l’opera di Rossellini è anche un gesto di autocritica linguistica (il regista aveva realizzato opere di propaganda), le cui conseguenze, nella storia del cinema, sono ancora visibili.
Lerner: “Sono entrato nella foresta e a questo punto credo che l’emozione per tutto quel che mi era successo, la fatica, la notte… le gambe non mi reggevano più, e sono crollato. Sono caduto e mi sono addormentato”. E in Sobibor Lanzmann si concede un commento personale, che mai si era permesso nelle nove ore del suo Shoah: “Fermiamoci qui. È troppo bello quando dice che è crollato nella foresta. Il seguito è un’avventura della libertà”.
lunedì 20 aprile 2015
e se all'orecchio ti sussurassi 900 morti in mare, ciccina?
Fin lì mi erano venute in mente varie idee, purtroppo tutte sinistre, che in definitiva andavano però nella medesima direzione, ossia che il fascista leghista razzista medio stigmatizzato da 24 ore in vari modi da "noi" è in realtà assolutamente irresponsabile di quei morti in mare. Non è neppure una pedina di quei poteri che hanno segnato la sorte di quelle 900 persone; si colloca in uno spazio del tutto parallelo e sostanzialmente innocuo. Il potere non ha neppure bisogno di lui.
Nel suo post Lipperini parla di due funzionari statali (o comunque con uno stipendio assicurato), in coda per una mensa aziendale di alta qualità. Avranno anche un veicolo costoso e molto pubblicizzato, immagino io. Dicono le loro porcherie, lei che sta dietro interviene, quelli le rispondono di farsi gli affari suoi (e un po' lì destano una mia cupa simpatia, lo confesso). E allora chiede alla sua platea indistinta di fb come si fa a far cambiare idea a questa gente. Lo chiede con toni accorati, sentiti come le condoglianze d'ordinanza, ma con dirittura morale, già prevedendo e scansando con alterigia le accuse di "buonismo".
Mai però ci si preoccupa di avvicinarsi al ritratto di quei due. Si prendono per buoni i segni di ricchezza materiali nella convinzione che essi portino con sé una "mitologia", come nei Cinquanta e Sessanta, apice e quindi ultimo capitolo del progresso occidentale. Quei due vengono confusi non dico con i loro padri, ma addirittura, ormai, con i loro nonni. Quel posto fisso, quella mensa di lusso, quell'automobile costosa e molto pubblicizzata valgono la DS Citroën descritta da Barthes. Non sono forme vuote ma monumenti, testimonianze/testamenti performativi di una fede. Alla mensa aziendale di lusso si crede che i due addenteranno la loro fiorentina eucaristicamente, e quella fiorentina con contorno di buon gusto tradizionale slowfood verrà a collocarsi naturalmente in un cosmo in piena attività che ancor prima di una promessa inalienabile di futuro garantisce un senso a tutto.
Perché, si chiede Lipperini, questo cosmo allora è così orrendo? In realtà non se lo chiede, lei dice che vorrebbe parlargli, suppongo per cambiarlo. Prima ancora di sapere come è fatto, e soprattutto "se" è fatto. Dopo aver fallito nell'esportare la democrazia in Libia, o in Irak, o in Afghanistan, ora cerchiamo la strategia vincente per compiere una rivoluzione (colorata? profumata? floreale?) nella nostra mensa aziendale.
Invece quel cosmo, orrendo o meraviglioso che sia, non c'è più da mezzo secolo, o se c'è è sottoposto a falso movimento, a un'entropia percepibile persino dal più truce dei leghisti, figuriamoci se non ne sono perfettamente consapevoli i nostri due impiegati romani. Ma Lipperini sembra non rendersene conto. E quanti, insieme a lei?
Un commentatore tira fuori la solita soluzione, letta sempre più frequentemente negli ultimi anni, nei social network si contano interi thread dedicati a quest'idea francamente geniale per non dire rivoluzionaria: il diritto di voto limitato. Ad alcuni dovrebbe essere tolto; oppure, se il loro voto vale "uno", allora il "nostro" deve valere due. Nel thread di Lipperini il tizio mi pare complichi le operazioni di scrutinio con un suggerimento che rallenterebbe di qualche giorno il conteggio: per lui il voto di "questi" dovrebbe valere il 35%. (Forse non è il numero esatto, forse ha scritto 25 o 45).
Anche lì non è ben chiaro che cosa si auspichi. L'esito che si vorrebbe così ottenere mi sembra sia già stato ampiamente raggiunto. In Francia è ormai percepibile la certezza che votare Hollande o Sarkozy non produca alcun cambiamento sostanziale. In Italia appena prima di diventare il padrone assoluto il Partito democratico ha escogitato la grande festa delle primarie, dove si concentrano artificialmente tutte le passioni politiche dell'elettorato "serio" (quello che dovrebbe valere un unico uno, oppure due, oppure 65%), in modo tale che le elezioni "reali" siano consegnate alla loro monotona sorte. Al momento regna incontrastato un pupazzo imbarazzante che dice ogni giorno, più volte al giorno, di aver stretto "un patto con gli italiani" e che "niente e nessuno ostacolerà le riforme". Nessuno ha visto quel patto, le riforme oltreché oscure non son state mai sottoposte a dibattito seguito da suffragio, eppure nei sondaggi sembra apprezzatissimo: che bisogno c'è allora di soluzioni elettorali complesse, che comporterebbero censimenti, esami, test attitudinali, se non addirittura l'oneroso acquisto di calcolatrici ad hoc?
Intanto i diritti vengono eliminati uno dopo l'altro, o erosi, o concessi con disprezzo e a tempo determinato: sono comunque "ridicoli", e nessuno può esercitarli o difenderli senza vergognarsi. In compenso aumentano i doveri, sempre più imbecilli, umilianti, insultanti: mangiar sano, non fumare, non bere, adottare un vocabolario adeguato, di genere se non di specie, al passo con i tempi e persino hype.
In un simile contesto i due agiati mentecatti della mensa aziendale mi sembrano caricature polverose. Dicono le loro porcherie gratuitamente, oserei dire con generosità, sapendo segretamente di essere persone irrilevanti e di non aver più nulla da perdere. Un po' come lo straniero di Camus, se quel giorno magari il sole li avesse colpiti in modo leggermente diverso, li avresti ascoltati esprimere opinioni diametralmente opposte.
sabato 18 aprile 2015
Leggendo "La Carte et le territoire"
Avrò avuto undici anni, al massimo dodici. È in quel negozietto che recuperai tutto Romero, Non aprite quella porta, The Toxic Avenger e tutto il peggiore orrore trash che puoi immaginare (ma anche Rohmer, Godard, La furia umana di Walsh, Buñuel, qualsiasi cosa mi capitasse a tiro). Mia madre mi lasciava prendere tutto, solo un film era verboten: Cane di paglia di Peckinpah. Ovviamente lo presi alla prima occasione buona, mentre lei era in viaggio.
A rue d'Assas invece c'era quel palazzo demente in mattoni rossi davanti al quale si siede il protagonista del romanzo di Houellebecq. Pochi anni dopo ci andai con Bohdan Paczowski, voleva fotografarla, non ricordo più perché. Ricordo (ma forse sbaglio) che era notte. Voleva fotografarla di notte? E perché?
sabato 11 aprile 2015
Una eternidad agradable
La casa di Lucah è in lavori perpetui.
Due povere pazze litigano su uno screenshot e una foto, poi per metà del tempo i commenti di una delle due scompaiono. Poi il post ricomincia: screenshot, foto, i due casi charcotiani, scomparsa di una matta, ricomparsa, ecc.
Una battuta fulminante e originalissima si prende centinaia di like, fiottano :-D e ahah. Ogni settimana ricompare puntualmente, sempre identica, sempre massimamente esilarante, né più né meno.
Una battuta loffia scritta in lettere maiuscole e piena di errori di grammatica produce lo stesso identico effetto, seguendo il medesimo itinerario: è il pagliaccio Mariotto, simile a quei peluche che pigiavi la schiena, cigolio di ingranaggi e poi "Ciao sono l'orso Camillo e voglio bene a tutti i bambini buoni e cattivi".
A qualcuno muore un animale domestico, un non meglio definito "Ciccino". Pioggia di :-(, mi dispiace, abbraccio, :-(((, hugs, :-((. Ciccino muore una volta alla settimana, provocando infallibilmente un moto collettivo di sincero cordoglio.
Intanto Lucah mostra la cucina. Non è ancora finita, ma è comunque un bel progresso rispetto alla foto di tre giorni prima. Poi, inspiegabilmente, è di nuovo un cumulo di macerie ma Lucah altrettanto inspiegabilmente non si abbatte, per lui ricominciare da capo non è un problema, è un ragazzo pieno di buona volontà.
Di punto in bianco appare un paio di chiappe femminili eccezionalmente sode, destando l'ammirazione generale. Nel 2987 si presentano ancora perfette, la gravità non esiste più.
Per metà del tempo la home è piena di nuovi personaggi spuntati da chissà dove. Molti di essi si sono slucchettati "mercoledì".
Una roba chiamata "Baustel" vince un concorso, una volta alla settimana, per l'eternità.
Iniziano a spuntare post in cui vengono estratti "sassolini dalle scarpe". Ogni settimana, nei secoli dei secoli, rotolano a terra gli stessi identici sassolini dalle stesse identiche scarpe.
Ogni settimana, a un certo punto, Aldo "è a Catania". E ogni settimana, ma in un altro momento, Kaplan "torna da Catania". I due si incrociano senza incontrarsi mai.
Ogni cazzo di settimana Aretha Franklin compie cent'anni.
Lucah si informa su un'osteria tradizionale con ottima reputazione ma un po' fuori mano. Molti intervengono, Lucah si appunta tutti i consigli, tendenzialmente favorevoli se non entusiasti. Quattro giorni dopo ha provato personalmente e offre a tutti la sua recensione circostanziata e impeccabile. Tre giorni dopo torna impassibile a chiedere notizie.
In pratica sarebbe la gif animata più lunga della storia.
Ada nasce ogni settimana, la moglie di Jason è sempre incinta, Pancho Guerrero prende i preservativi e va e viene non parlando mai di Michelangelo.
Alcuni commentano solo le foto piccanti con fip e fap, in sostanza si masturbano compulsivamente per i secoli dei secoli senza mai riuscire a venire, altri invece rivendicano un risultato sempre raggiunto con "sborra": un disperato autoerotismo con da una parte solo le cause e dall'altra solo gli effetti.
porcaputtanalestronzate virgola (o punto) "per dire", solo che dicono porcaputtanasemprelestessestronzate una volta alla settimana, per un numero infinito di settimane, sempre virgola (o punto) "per dire".
In un thread della stanzetta dei bottoni lo scemo che dice la sua opinioncina sperando di renderla oggettiva con un "Punto." finale. La settimana dopo la ripete paro paro, sempre convinto di avere in pugno l'argomento definitivo.
Villa Manin è perennemente occupata da Patti Smith eppure a Codroipo non si registrano suicidi di massa.
Io sono condannato a indicizzare un libro senza senso imbattendomi sistematicamente in "Battistrada, Lucio 52, 60, 292, 316".
Matteo Renzi è un giovane Presidente del Consiglio per l'eternità, "piaccia o non piaccia". Mattarella Presidente della Repubblica per sempre, "poteva andare peggio". Maria Elena Boschi è "comunque bombabilissima" assolutamente. La disoccupazione crolla a picco grazie al Jobs Act o sale smentendo tutte le aspettative, tanto è uguale. Matteo Salvini usa in modo osceno, irrilevante, scorretto, pericolosissimo, monotono e scandaloso la parola "zingari" come già faceva sua nonna tutti i giorni tranne "martedì".
La cucina di Lucah è finita, ora ha addirittura un forno nuovo di zecca. Pochi minuti dopo, Lucah è costretto a mangiare dalla suocera pesce finto, riso in bianco e una mela perché nella casa nuova non c'è neppure l'elettricità, la allacciano domani prima di iniziare i lavori.
È curioso il fatto che una settimana rotatoria funzioni particolarmente bene con il Lucah quotidiano: lavoretti domestici, ristorantini, ricettine.
Poi ci sono dei punti di riferimento zen: colti in stato di atarassia dalla casuale "istantanea ebdomadaria", garantiscono un'immobile continuità. Quello che sta solo "leggendo Bagnai": tutti i giorni. Quello che retwitta phastidio e basta: tutti i giorni. Una non fa altro che strapparsi i capelli e piangere per la "chiusura di ff", un posto "molto molto" importante per lei che sta malissimo anche perché oggi ha "mal di testa". Solo che "oggi" è: tutti i giorni. Un'altra scrive solo post in cui strilla e inveisce contro "i grillini" e "gli sciichimisti", scrive "gombloddo" e "ka$ta" e nessuno le risponde, forse sta rivolgendosi a un campione di umanità non rappresentato nell'isola e di cui secoli dopo si son perse le tracce. A quel campione sembra comunque rivolgersi, tutti i giorni, una delle tante emanazioni di quelle certezze monolitiche, inossidabili, letteralmente "assolute". Da secoli gli osservatori chiamano questi strani esemplari: gli dei.
Una con un nome chiaramente falso scrive "ciao sono nuova qui che si dice?". Tre giorni dopo viene riportata una frase della stessa persona, da facebook: "La chiusura di Friendfeed mi ha fatto scoprire che un discreto numero di persone non accetta ancora l'imposizione nome/cognome di Facebook, complimenti compagni, ci sono battaglie degne di essere combattute." La continuità lascia interdetti gli studiosi. Nel 3721 si ripristina l'ordine corretto: prima il post proveniente da fb, poi l'allegra comparsa su ff. L'incartamento viene fatto slittare dal reparto metafisica a quello psichiatrico, dove sembra essersi arenato da tre secoli.
Una povera schiantata dall'italiano stentato, tale "Marilia Bubic", riceve vari commenti tanto salaci quanto inconsistenti: infatti continua a "zercare marito" sperando di ammaliare il malcapitato passante offrendogli santini di Gromyko.
Si rintracciano lacerti di una religione poco decifrabile, una religione al negativo, costruita intorno a un'immagine del Male, chiamata "marcoscud", e che (forse seguendo la particolarissima logica di un Tertulliano) non necessita di alcuna giustificazione. "marcoscud" per alcuni sembra essere il Satana indiscusso di questo universo settimanale.
martedì 31 marzo 2015
Rampini nel vuoto
mercoledì 4 marzo 2015
Su "Birdman"
maneggiamo camorri verbali come valido e messaggio; estendiamo, fino a non capirci più nulla,
i participiali vibrante e allucinante (rampini nel vuoto), e alimentiamo il debole pensiero con troppo comode atmosfere e suggestioni.
Leo Pestelli, Parlare italiano, Longanesi & C., Milano 1967, p. 44.
P.S.: La prima immagine della sequenza (inizia prima, ed è proprio l'inizio la parte più bella, ma purtroppo in rete non si trova intera) è un omaggio all'ultima scena di Barry Lyndon. Pochi giorni fa mi son reso conto che probabilmente in tutta l'opera di Kubrick non si trova un solo piano sequenza. Forse non era nel suo character.
giovedì 15 gennaio 2015
Same player shoots again?
domenica 11 gennaio 2015
Fly me
– What in fact has been created? An international community. A perfect
blueprint for world order. When the sides facing each other suddenly
realize that they're looking into a mirror, they'll see that this is the
pattern for the future.
– The whole world as the Village?
mercoledì 7 gennaio 2015
Come se
Stavolta, invece di ipnotizzarvi come al solito sul momento della sigaretta o su quello della caffettiera bollente, guardate piuttosto come pazzi il modo in cui Fritz Lang inquadra durante i cinquanta secondi che precedono l’esplosione dell’automobile, la scena in cui Glenn Ford e sua moglie dicono buonanotte alla figlia, quella piccola correzione d’inquadratura, sembra che serva ad avvicinarsi a Glenn Ford, non sappiamo che serve ad avvicinarsi alla finestra oscura, è come se Lang ci dicesse che avremmo potuto prevedere, ma che non prevediamo mai. È terribile.
Jean-Patrick Manchette a proposito del Grande caldo (Fritz Lang, 1953), "Charlie Hebdo", n° 483, 13 febbraio 1980.
domenica 4 gennaio 2015
L'ultimo gioco in città
Aggiornamento 06/01/2015. Let's have a game, a little lovely game of Roman ping pong – like two civilized senators. Roman ping… You're supposed to say roman pong.