Molti film sono "cult", pochi sono veramente belli. L'Acrobate di Jean-Daniel Pollet è tra questi. L'alter ego di Pollet sullo schermo si chiamava Claude Melki. Ai tempi del liceo già conoscevo la ludopatia, quindi a partire dall'una e mezza del pomeriggio passavo un'ora buona, a volte assieme a un amico di scuola e a volte solo, ma preferivo solo, nei due bar delle per me borgesiane "esquinas" tra rue saint-Dominique e avenue de la Bourdonnais. Nel primo bar c'era il flipper, nel secondo "Tetris". Il primo bar si caratterizzava per la costante presenza, per anni e anni, di un tizio sfracellato sul bancone con il suo ballon de rouge, l'immancabile bicchierino di disgustoso vino della casa tanto caro (o era inviso? non ricordo più) a Luis Buñuel. Quando ci andavo con il compagno di scuola, il compagno non sapeva ma io sapevo che quel nighthawk del primo pomeriggio era proprio Claude Melki in persona. Ma io preferivo stare solo. Io e il flipper. E Claude Melki.
venerdì 3 aprile 2020
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