Il cinema, le molte volte che non è arte, scienza o giornale, si risolve in romanticherie, onde un dire vago ed esaltato, uno sconveniente metaforeggiare (quel rifarsi una vita e ricostruirsi la felicità, ultime incombenze di tutte le coppie dello schermo!), un pensare ed esprimersi al tasto. Imitiamo i direttori dei manicomi: razionalizziamoci sino a diventare crudeli; e con gli spilloni della proprietà e della purezza, si facciano scoppiare, dietro le parole vane, le cose vane.
Leo Pestelli, Parlare italiano, Longanesi, Milano 1967, pp. 44-45.
mercoledì 21 gennaio 2009
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