Due fotografi del giornale passarono una settimana nella casa di Don Orione a fotografare, uno per uno, i mutilatini e venne lanciata la prima sottoscrizione. Il giornale usciva con strani titoli, che dicevano, per esempio, così: “Occorre mezzo milione — per comprare 456 occhi” oppure: “In tre — una mano sola” e nella fotografia, sotto, tre bambini in circolo, un’unica mano, che pareva grandissima, afferrava l’occhio del lettore, se lo inchiodava addosso. Arrivarono alcuni milioni; a forza di cinquecento, mille, duemila, cinquemila lire, le offerte del pubblico anonimo, della gente della strada. I nomi di alcuni mutilatini diventarono popolari: Bruno Pellegrina, per esempio, piccolo contadino di Campoformido, fotografato nell’atto di portarsi una mela alla bocca, coi due moncherini inguainati in una fodera di cuoio: aveva bisogno delle pinze che gli sostituissero le mani, alla maniera di Harold Russel, il macellaio di Boston, protagonista de I più begli anni della nostra vita, il film che in quei giorni riempiva le platee dei cinema; Vittorio Moré, pastorello di Valmasino, ridotto con una sola mano, una sola gamba e un unico occhio, che tuttavia s’arrangiava a rilegare libri; e la fotografia lo aveva fissato così, col volto intento, chino sulla costola d’un volume, a sorvegliare, con l’unico occhio, il lavoro dell’unica mano.
Roberto De Monticelli, Cercava milioni per comperare mani, “Epoca”, VII, 284, 11 marzo 1956.
Roberto De Monticelli, Cercava milioni per comperare mani, “Epoca”, VII, 284, 11 marzo 1956.
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