sabato 22 agosto 2009

Robba da froci

In memoria ho un sms di Sandra. È il mio prozac. Ancora mi capita di rileggerlo quando l'umore peggiora, o nelle lunghe sere romane, quelle in cui per un impegno o un altro non riesco a tornare nella mia tana di Ceppaloni.
Quasi d'istinto mi ritrovo a tirar fuori il telefonino dalla tasca della giacca e ad armeggiare con la tastiera. «Messaggio», «archivio», «apri»: è così che non avendone mai fatto uso, ho imparato a somministrarmi una dose giornaliera di antidepressivo.
«Clem ti prego, non mollare, pensa a Elio e a quanto ha bisogno di te. Pensa a Pelle e Alessia. Pensa a Sascha, che ha solo noi. E pensa a me, che non so se sopravviverò a tutte queste cattiverie.»
Clemente Mastella (con Marco Demarco), Non sarò clemente — Memorie dell'ultimo democristiano, Rizzoli, Milano 2009, p. 7.

Del resto, figlio mio, sta' in guardia: si fanno dei libri in numero infinito; molto studiare è una fatica per il corpo.
Ecclesiaste 12:14



NOTA: Mario Clemente Mastella, nato a Ceppaloni il 5 febbraio 1947, è passato alla Storia per aver recitato una bellissima poesia di Pablo Neruda al Senato della Repubblica Italiana, durante la XV Legislatura. Quando si scoprì che la poesia (splendida, davvero) era in realtà firmata da Martha Medeiros, le istituzioni vennero sconvolte da cima a fondo, e l'errore filologico provocò l'immediata caduta del Governo Prodi (di cui il suddetto M.C. Mastella era stato fino a pochi giorni prima ministro della Giustizia).
Nel libro (dedicato "a Sandra" e uscito recentemente presso i tipi milanesi della Rizzoli solo perché sotto le vaghe stelle di Ceppaloni non sono rintracciabili case editrici), di cui abbiamo riportato sopra l'incipit, il suddetto M.C. Mastella rivela che quella poesia alquanto struggente in realtà gli era stata suggerita da Sergio Marchionne, il quale gli aveva assicurato che il suddetto P. Neruda ne era l'autore.
Il crollo del Governo Prodi sarebbe quindi imputabile al suddetto S. Marchionne? In ogni caso quella poesia è davvero molto, ma molto bella.

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