Pensando a quel che sta succedendo, nelle ultime ore vedo solo una scena. A volte torna, sarà che da bambino mi colpì.
L'ispettore Rogas,
poco prima della fine di Cadaveri eccellenti, si affaccia sul
terrazzo, da un piano molto alto, e guarda la città. Nel libro quella
scena non c'è. Francesco Rosi lavora su un'immagine topica del noir americano: il
poliziotto più o meno integerrimo, l'investigatore privato più o meno
integerrimo contempla "il contesto" dall'alto, in tutta
la sua complessità. Questa complessità, questa "corruzione" è la sua, o
perlomeno lui se ne fa carico e la comprende tutta, ergendosi quale
redentore cristico: "È una sporca città, ma è la mia città".
Dal reticolato palermitano che si staglia sotto di sé, l'ispettore Rogas sente salire, sempre più forte, il rombo dei carri armati.
Dal reticolato palermitano che si staglia sotto di sé, l'ispettore Rogas sente salire, sempre più forte, il rombo dei carri armati.
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