giovedì 17 agosto 2023

Babylon (Damien Chazelle, 2022)

Ho recuperato Babylon, che avevo ignorato perché di Chazelle pensavo mi bastasse una cosa noiosissima sulla Luna. In realtà non è affatto male, se non fosse che nell'epilogo si sfracella incomprensibilmente ma sicuramente. Bizzarro assai.
È sostanzialmente un film super-post sul cine, frulla davvero tutto il frullabile, all'inizio parte moscio con un elefante che ricorda i Taviani, a me i Taviani non son mai piaciuti, ma subito dopo è Kenneth Anger, il Cukor di Dinner at Eight, Cantando sotto la pioggia.
E poi tutto quello che ti pare: il Truffaut di Effetto notte, il Tarantino di Once Upon a Time… in Hollywood e l'Anderson di Licorice Pizza, per chiudere sulla Hollywood lynchiana di Mulholland Dr. e INLAND EMPIRE.
A suo modo c'è un crescendo, ma dopo che Margot Robbie attraversa la luce ed entra nel buio (come una fitzgeraldiana falena Laura Dern) c'è di nuovo, esplicitamente, Singin' in the Rain (ma mi prendi per scemo?) e per chiudere in bellezza…
… un montaggino di un minuto che nel mio cervello esplode e annulla l'esperienza delle tre ore precedenti, un pastrocchio a metà tra i finali del Quinto elemento e di Nuovo Cinema Paradiso. Dopo Anger, Truffaut, Tarantino, Anderson, Lynch: Besson e Tornatore. Ma perché.

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