La prima parte di Guardiani della Galassia Vol. 3 è placidamente comica con trucchi da B-movie che occhieggiano molto moderatamente, promessa non mantenuta, all'horror anni Ottanta, un po' Cronenberg e un po' Carpenter. Abbastanza stracciona e tirata via, piuttosto divertente.
Quando l'astronave decolla, l'azione è consegnata alla seconda unità e ulteriormente sabotata da scenette ideate da un'intelligenza artificiale a cui è stato chiesto di sbrodolare ignorando drammaturgia e principio di non contraddizione messaggi edificanti a caso. Atroce.
In generale e ovviamente salvo eccezioni (Logan di Mangold, The Fury di De Palma o Legion di Hawley), i film di supereroi dilatano quella che in teatro si chiama "scena di esposizione". A seconda dei casi, può durare cinque, dieci minuti massimo. Poi si entra nel merito.
Nei film di supereroi la scena d'esposizione copre a volte fino a metà della lunghezza già abnorme del metraggio. Appena finisce, finisce il film. Appena si entra nel merito, si va di automatico e di noia celibe e sovrana.
Nessun commento:
Posta un commento