XXXIX — L'OMINO CON LA MACCHINA DA PRESA
Tre foto dagli archivi della questura milanese a chi riconosce il film da cui ho tratto questo fotogramma. Nuove immagini giovedì e sabato, ma ogni volta venderò una foto a Lele Mora.
AGGIORNAMENTO (giovedì 4 novembre): Nuova immagine. Due foto in palio.
AGGIORNAMENTO (sabato 6 novembre): Un giorno tutte queste saran tue, figliolo. Intanto vinci una foto!
AGGIORNAMENTO (giovedì 4 novembre): Nuova immagine. Due foto in palio.
AGGIORNAMENTO (sabato 6 novembre): Un giorno tutte queste saran tue, figliolo. Intanto vinci una foto!
ATTENZIONE: La partita si è conclusa senza vincitori. Forse perché il film da indovinare era l'ignoto e celeberrimo Il piccolo fuggitivo (Little Fugitive, 1953) di Morris Engel (con la collaborazione di Ray Ashley e Ruth Orkin). Ricevette il Leone d'argento a Venezia, fu lodato da Truffaut ("La nostra Nouvelle vague non sarebbe mai esistita se il giovane americano Morris Engel non ci avesse mostrato la via della produzione indipendente con il suo bel film, Il piccolo fuggitivo") ed è stato restaurato per ordine della Biblioteca del Congresso a causa delle sue qualità "culturali, storiche ed estetiche". Fino a pochi mesi fa non ne avevo mai sentito parlare e l'ho visto in dvd con figlia8 la settimana scorsa. Pare sia uscito in copia nuova a Parigi nel febbraio 2009.
Il film era dunque scomparso per decenni. È vero che la splendida Coney Island all'inizio degli anni Cinquanta si ritrova storicamente (ma anche esteticamente) "incastrata" tra la Berlino di Germania anno zero e la Parigi dei 400 colpi. Anche congelata, in un certo senso, se si considera il talento di matrice fotografica di Engel. Da riscoprire, in ogni caso, sorvolando sui pochi difetti (a me ha infastidito assai l'uso continuo di una musica dissonante, sorta di versione jazzy e minimale di melodie infantili, che in un eccesso di autorialità finisce con l'essere ridondante rispetto alle crude immagini in bianco e nero, ottenendo l'effetto opposto a quello ricercato, ossia sottolineando tutti gli effetti come in un Walt Disney).
La prossima sfida si terrà lunedì 8 novembre.
Il film era dunque scomparso per decenni. È vero che la splendida Coney Island all'inizio degli anni Cinquanta si ritrova storicamente (ma anche esteticamente) "incastrata" tra la Berlino di Germania anno zero e la Parigi dei 400 colpi. Anche congelata, in un certo senso, se si considera il talento di matrice fotografica di Engel. Da riscoprire, in ogni caso, sorvolando sui pochi difetti (a me ha infastidito assai l'uso continuo di una musica dissonante, sorta di versione jazzy e minimale di melodie infantili, che in un eccesso di autorialità finisce con l'essere ridondante rispetto alle crude immagini in bianco e nero, ottenendo l'effetto opposto a quello ricercato, ossia sottolineando tutti gli effetti come in un Walt Disney).
La prossima sfida si terrà lunedì 8 novembre.
9 commenti:
Intanto mi sono letta la storia delle All Stars in 2 voll. e 4 tomi + ho spulciato le citazioni di The cameraman sino Lisbon Story. Mi sono fatta una cultura mi sono fatta, ma di questo fotogramma neanche l'ombra.
Forse perché non è una cinepresa.
Non sta giocando a nascondino?!
Ma dai.
D'accordo, prendo alla lettera ed escludo anche la macchina da presa del kino glaz, mi sa.
Non resta che l’omino.
Con le pistole.
Mumble, mumble...
Infatti il gioco consiste nel mettere assieme omino e pistole.
Se c'è un nano è Browning oppure Bunuel!
Scelgo una via alternativa (non necessariamente la terza) ma l'iniziale resta scaramanticamente invariata.
Una Vampata d'Amore - Bergman
Questo lunapark non è gestito dal sig. Barnum, ragazzi!
In altre parole: non è un nano.
Anvedi quante cose si imparano all'ultimogiocoincittà! Non vinci ma ti fai una kultura!
Captcha: deminkya (giuro!!!)
In effetti è un film un po' culturale, ma mi piacciono le immagini, soprattutto la prima.
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