mercoledì 16 marzo 2011

Hard Aleph

Vidi il popò di Briatore, vidi cani e gatti, vidi le moltitudini della Padania, vidi una caprese in cui si alternavano fette di mozzarella blu e fette di pomodori marci al centro di un piatto di plastica, vidi una mascella spezzata (era Berlusconi), vidi infiniti denti che addentavano i miei denti come nel gabinetto di un'igienista, vidi tutte le igieniste e nessuna mi spazzolò, vidi a corso Rinascimento le stesse teste di cazzo che trent’anni prima avevo viste a via degli Uffici del vicario, vidi sgrammaticature, sx, coca light, peni di cartone, jacuzzi fai da te, vidi contorti disegni di legge e ciascuno dei loro emendamenti, vidi a Milano Due una meteorina che levati, vidi l'extension, il culo a mandolino, vidi un tumore nella 32AA in 40D, vidi un buco in mezzo all'autostrada, dove prima era un giudice, vidi in una casa di Secondigliano un Meridiano di Guia Soncini, vidi insieme la prescrizione e la decorrenza dei termini di quella prescrizione, vidi un tramonto sul plastico di Brembate di Sopra che sembrava riflettere il colore di un trifoglio del plastico di Brembate di Sotto, vidi la mia stanza da letto occupata da Alessandro D'Avenia, vidi in un cesso di Avetrana un orologio Cartier Miss Pasha con cinturino intercambiabile posto tra due mortadelle che lo ammodernizzano più meglio, vidi chihuahua impellicciati su una spiaggia di Fregene il pomeriggio, vidi tutte le venuzze del naso di Ferrara alle 20.33, vidi Fede e Mora al dopolavoro mandarsi messaggini, vidi in uno stand di arredamento beato chi s'oo fa' 'n sofà, vidi 33 ragazze sul pianerottolo di un ascensore con aglio e oglio, vidi dildi, tsunami, vulnus e La Russa, vidi tutti gli elettori del Pdl che esistono sottoterra, vidi una nipote di Mubarak, vidi in un cassetto della scrivania (e la calligrafia mi fece tremare) lettere impudiche, incredibili, precise, che Kafka aveva dirette a Milena Jensenká, vidi la tomba di Fede ad Arcore scaraventata in una fossa comune, vidi i resti meravigliosi di quel che forse era Simona Ventura, vidi una chiazza del mio vomito per terra, vidi il meccanismo regionale delle liste elettorali provinciali e la politicizzazione comunale della Corte costituzionale borgatara, vidi Radiolondra, da tutti i punti, vidi in Radiolondra il fattoquotidiano e nel fattoquotidiano di nuovo Radiolondra e in Radiolondra ilfattoquotidiano, vidi i miei denti sporchi e la mia prostata, vidi i tuoi denti sporchi, e provai acidità e presi un maalox, perché il mio palato aveva pregustato il pasto indigesto e sconnesso, la supposta, il cui nome deridono i coglioni, ma che nessun coglione ha contemplato: l'indistruttibile spazioazzurro.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

e dopo tutto questo vidi Dio che mi disse: "Mangia questo libro!" e tutte le cose che hai visto fin qui

bsp-Ezechiele

Stenelo ha detto...

Dio inteso come un monolito per minimmi futuristi, intendi?

Anonimo ha detto...

I minimmi futuristi non leggono libri dunque tantomenno possono mangiarli

bsp-Ezechiele