mercoledì 11 giugno 2008

Go ahead, Punk

— Ti sei mai innamorato, Mac?
— No, ho fatto sempre il barista.

Lo sceriffo Wyatt Earp (Henry Fonda) e Mac (J. Farrell MacDonald) in Sfida infernale (My Darling Clementine, 1946) di John Ford.

We're on a mission from God.
Lo ripetono in continuazione le due armi di distruzione di massa “Joliet” Jake (John Belushi) e Elwood Blues (Dan Aykroyd): pretendono di esportare la soul music con i ray-ban in The Blues Brothers (John Landis, 1980).


Avrei dovuto prevederlo. Eppure lo sanno anche i topi: D.I.O. ne pensa sempre una più del diavolo. Mai dargli la destra, si prende tutto il braccio. Domenica scorsa, inauguro in presenza del notaio e delle massime autorità del jet-set culturale l'ultimo gioco in città e permetto a D.I.O. di condividere i lauti compensi previsti concedendogli generosamente di aprire una succursale. E già allora avrei dovuto sospettare il diabolico inganno: infatti, proditoriamente, ecco che in cielo il mio sereno "ultimo gioco" viene turbato da un fulmineo "unico gioco". Non è una menzogna (e neppure un refuso, come sostiene un perfido serafino, io che di mestiere faccio il borrettore di cozze so bene che i refusi non esistono, me l'ha insegnato l'incubo Nivasio Dolcemare). È qualcosa di molto peggio: un vero e proprio oscuramento. Altrimenti, come spiegare l'improvviso dietrofront delle agenzie di marketing, con la rescissione (in meno di quarant'ott'ore!) di decine e decine di mefistofelici contratti pubblicitari che approfittando del più che prevedibile successo planetario del mio gioco dovevano garantirmi l'oro (anche nero, visti i tempi), la mirra (?) e l'incenso (la frivolezza non guasta mai)?
Ma io continuerò la mia ormai donchisciottesca impresa mentre, misero e spodestato, osservo con le lacrime agli occhi lo scempio perpetrato da altri sulla mia opera. Perché a D.I.O. rubarmi gioco e giocatori non è bastato. All'inganno ora ha aggiunto la beffa, e dopo essersi intascato fiches e gettoni ha insozzato il MIO tavolo da gioco, moltiplicandolo e quindi falsificandolo, come fan gli specchi e la copula. Con la patetica scusa dello spin-off, ora prospera alle mie spalle, ridendo di me, e trasforma uno spazio inizialmente riservato esclusivamente a compiti gentlemen top hat, white tie and tails in postribolo, in oscena bisca, in saloon a sud del Picketwire e a ovest di tutto il resto. E noi qui, caro lettore: ormai siamo rimasti solo noi due, gli altri se li è presi tutti lui. Mi dispiace solo per i soldi persi da prestigiosi quotidiani, costretti a mandare precipitosamente al macero i milioni di copie già stampate dove si annunciava in prima pagina che un oscuro blog di cinema aveva superato il numero di visitatori di Beppe Grillo. Ai loro editori vanno tutte le mie scuse più sincere. Sì, lo so. Avrei dovuto prevederlo.

P.S.: Così come avrei dovuto prevedere il virus informatico che D.I.O. ha inoculato in questo post, infettandolo ovunque con maligni rimandi a se stesso. Uno specchio, ancora una volta. Una vera e propria metastasi di link. Non cliccarli, caro lettore, unico amico rimastomi! Resta con me, non tradirmi anche tu! Non lasciarmi solo e abbandonato come Vincent Price ne L'ultimo [e non l'unico] uomo sulla Terra! Come and play with me, Danny! Non cliccare! Non cliccare! Lettore! Lettore? Lettore…
2X2L chiama CQ… 2X2L chiama CQ… New York… Qualcuno mi sente? C’è qualcuno?… 2X2L…



3 commenti:

Anonimo ha detto...

Cazzo, mi hai smontato un mito! C' era una battuta di Beppe Viola che diceva : " Sei mai stato innamorato?" " No, ho sempre fatto il benzinaio". Ora so da dove l' ha copiata! Mi hai smontato un mito. Spero che resista almeno Groucho Marx.

adlimina ha detto...

ma come! lasciai at lunch time un post aeromobile e non comparve. mi hai cassata lo so ma non mi ricordo bene qual volo pindarico mi portò a una citazione biblica. vabbè addio per sempre

Stenelo ha detto...

Gaffeur, il problema è un altro. Il problema è che io avrei voluto essere Wyatt Earp (o James Cagney). Ma a quest'ora, dopo due gin tonic, somiglio piuttosto a "Doc" Holliday, interpretato da Victor Mature (le tette più belle di Hollywood, lo chiamavano: e non era un complimento).
Comunque, diamo a Cesare quel che è di Cesare. Io le battute non le trovo tutte da solo, a volte qualcuno mi tira una dritta, volontariamente (è il caso presente) o meno (vedi "Sliding Doors"). E io afferro al volo. Questa me la soffiò (francesismo? falso amico?) anni fa Piero Spila. Thanks, Piero.

adlimina, se c'è una cosa che non farei mai è cassarti, semmai sono gli altri a cassare me, la mia vita è tutta 'na cassata (anzi, 'na cassatiella, se ben ricordo i premurosi consigli della mamma di Troisi in Ricomincio da tre Ma io non sono un emigrante. Cioè, sì. Non so se mi spiego.). Ti prego, ripostalo, qui come avrai capito dal film (capolavoro, a scanso di equivoci: ma ad opera di chi?! ah, saperlo...), a parte i vampiri non passa mai un cane. Deve esserci stato un problema tecnico, forse ti sei scordata di sottoporti al "verifica parole" (onde evitare spam, se ne riparlerà lunedì, a proposito, gaffeur, il blog demente del paranoico, convinto di esser pedinato da anni dalla polizia e che è intervenuto in modo del tutto aleatorio sul vostro blog criminale lo avete messo su voi, è un fake, eh?).

A tutti e due, e ai milioni di lettori fedeli: non perdetevi, domani, il lancio di "Cinespia", la rivista definitiva di gossip cinematografici! Molto hush-hush...
Alt