I CELTI
È vero, i Celti non sono colti
Lo si intuisce dai loro volti
(e sorvoliamo sui loro culti)
Lo si sospetta dai loro voti:
metton la croce sui Bossi e i Coti (*)
Han gote e visi da Visigoti
Lo so, che i Celti appaiono stolti
Mangian patate dei loro orti
Anche se lunghi li trovi corti
Per quanto dritti sembrano storti
Nascon normali e li credi aborti
Sono ben vivi e li dai per morti
I Celti gridano spesso “Pota!”
Votano Cota, votan la trota
Ogni cultura per loro è ignota
Ogni battuta gli riesce idiota
Non gl'interessa entrare nel Gotha
E sopra l'arte gettano mota.
Eppure i Celti sono assai scaltri
Non si riposano sotto le coltri
Non stanno lì a lucidare peltri
Non perdon tempo a sfottere Feltri
o a vezzeggiare micetti e veltri
Vincono loro, perdono gli altri
(*) lic. poet. 192056 Aut. Min. Conc.
STROFE RITROVATE
I
I Celti sono assai spesso verdi
gioca con loro: è certo che perdi
Come li tocchi, ecco, ti immerdi
Ti sei distratto, ed è troppo tardi
Son refrattari, son come sordi
e non c'è spazio ormai per accordi
II
Sognano i Celti pecore a pila?
sognano negri in mano alla pula ?
sognano di imbracciare la pala?
del bene e il male morder la mela?
un fisco che un po' meno li pela?
tengono i Celti pecore in sala ?
III
Eppure tu non li hai scelti, i Celti
Ma te li trovi nell'acqua sciolti,
nei saltimbocca per bene avvolti,
nell'insalata, sebbene incolti
I Celti spuntan sempre più folti
Ieri eran semi, oggi raccolti
IV
Celtellinate il borghezionario
dall'A alla Zaia, note e lemmario!
(ai più piccini: l'abbeceltario)
In bibliocelta il biblioceltario
dei testi s/Celti fa l'inventario
e a celtinaia brucia, sommario
Dust (su FriendFeed)
9 commenti:
Ovunque vera poesia: fabbriche.
non ce n'è per nessuno, lasciate parlare i poeti, loro sanno...
Di fronte al genio, silente.
Che schiamazzi e non comprenda la trota demente.
Fabbriche, ma anche officine, Bianca.
Sì, è un fottuto genio pazzo.
Buonasera Sten, vorrei rispondere a Max, meno tranquillo del solito (come tutti).
Tutto quello che vuoi, Max. Il mio è solo un gioco di parole: poiesis in greco è nome d'azione di poiein che ha il significato di 'fare', 'creare'. Fabbricare, appunto. E se non si è capito, volevo soltanto indicare il metodo di lavoro interno a un progetto politico che si avvale di una narrazione e di pratiche che stimo (e non solo nel senso di "mi piace"). Vabbé, è un commentino.
(Il cartone del timoniere ubriaco credo di averlo visto, ma non riesco comunque a trovare la soluzione. Cooperiamo!)
Ma anche cooperative ! :)
No ero tranquilissimo, Bianca.
Avevo capito il significato di Fabbrica. E gli volevo solo affiancare l'officina olivettiana :-)
Secondo me Vendola, da solo, non le vince le elezioni. E neppure con De Magistris.
Tutto qui. ! (io il film del fotogramma l'ho visto. Ma dove l'ho visto ?)
Vi rinfresco la memoria con una bottiglia di rhum.
È ubriaco, d’accordo, e se mi sembra anche di ricordare che sia l'unico della ciurma che riesca a svegliarsi dalla colossale sbornia e prendere il timone della nave in tempesta. Ma niente da fare, non trovo la soluzione, almeno per il momento. Intanto, zombolino caro, posso farlo io un indovinello facile facile?
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