domenica 31 maggio 2009

L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)

XIX — JELLYFISH

La gente ti ricorderà meglio se vesti sempre allo stesso modo.
Dalla fodera del disco dei Talking Heads Stop Making Sense, colonna sonora dell’omonimo film-concerto (Jonathan Demme, 1984).

Questa casa è un albergo! Ma in un altro appartamento si impicca quel che laggiù (o quassù?) chiamano la "crémaillère", termine intraducibile, qui (o lì?).
Ma in questa camera con tuffo manca il titolo di un film. Forse lo si nota di più guardandone altri. Dimmi come si chiama, vinci tre fiammiferi made in Marienbad (o Los Teques?)



P.S.: Ti ricordo che le regole de L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ™ sono depositate presso gli eredi del notaio Altamante Fruzzetti e possono essere consultate qui. Se non ti piace la Gorgone nel labirinto, vai a nuotare con le meduse in piscina.

Attenzione: la partita si è conclusa domenica 31 maggio alle 22.13. Il film invisibile era Vengeance (Johnnie To, 2009). Quando ho preparato il filmato non lo avevo neppure visto, sapevo solo che era un film con Johnny Hallyday. L'ho visto pochi giorni fa.


Il film racconta l'incontro tra Johnny e due dei killers (tanto per restare al bar Hué Ming-wai) della banda di The Mission: il ciccio che pensa solo a magnare (a destra in piscina) e l'eurasiatico silenzioso e vaiolato (quello che si becca il fiammifero nella sigaretta), due tra le meglio facce da poker di tutta la storia del cinema (non che il cinema abbia una storia, perlatro).
Johnny ha un problema. Prima si chiamava Frank Costello e faceva il samurai. Poi si beccò una bullet nella head, e da allora si ritrova con letteralmente con una spada di Damocle sulla testa, come Lara Croft in Tomb Raider 2 o 3, non ricordo. Ora si chiama Francis Costello, e sa che prima o poi non ricorderà più nulla, e allora calerà la notte e lui dormirà in silenzio, e nel sonno si metterà in posizione di tiro. Dimenticando persino perché vuole vendicarsi, e di chi. E poi nei film di To piove sempre. Perché a To piace da matti mostrare strade piene di ombrelli. Esergo di GOD.
Allora si segna tutto, come in Memento. Sulla pistola, traccia con il pennarello indelebile (quello che uso per scrivere i titoli dei film sui dvd) il nome di George Fung. Ma se Fung non indossa sempre lo stesso cappotto, lui non lo riconosce. Forse. Forse basta una faccina autoadesiva, come con The Comedian o nei messaggini predefiniti. Esergo su ealcinemavaccitu.
Il vincitore è il solito ignoto.
Gli ho appena dedicato un omaggio nella nostra pagina di facciabucio.
Omaggio ad afasol, vincitore del quiz domenicale. Non riesco quasi mai a fregarlo.
La musica di "Election" 1 e 2, regia di Johnnie To, l'angelo. Le immagini non c'entrano un vermicello secco.



L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ.
GRADUATORIA

afasol: 14 fiammiferi made in Hong Kong, France.
arcomanno : 11 fiammiferi made in Hong Kong, France.
bianca: 3 fiammiferi made in Hong Kong, France.
YagaBaba: 3 fiammiferi made in Hong Kong, France.
gegio: 3 fiammiferi made in Hong Kong, France.
maxeramax:
fiammiferi made in Hong Kong, France.

venerdì 29 maggio 2009

The Millionaire

Via libera per il signor Teschi, che non lascia addirittura tempo a Mike Bongiorno di formulare la domanda e dice subito il nome del regista (von Sternberg) e il titolo (Le notti di Chicago) del film che poco prima della morte Ridolini interpretò, sostenendovi eccezionalmente un ruolo drammatico. L'"esame", per così dire, del signor Teschi ha una piccola coda: egli offre a Bongiorno una rarità da cineteca, un fotogramma del film di Dreyer La passione di Giovanna d'Arco e racconta, con gran disinvoltura, come alcuni suoi colleghi insegnanti, per indurlo a raddoppiare, gli abbiano offerto, in caso di insuccesso, di rifondergli la differenza. Il maestro di Cremona se ne va fra gli applausi: ha ormai conquistato 640 mila lire ed è in gioco per il premio di 1 milione e 280 mila lire, fra due settimane.
L'impiegato milanese Gino Tomaselli, appassionato di jazz, che gli succede per tentare il premio di 1 milione e 280 mila lire, è la terza vittima della serata. Richiesto di dire il titolo di una famosa composizione sui quartieri di Londra (il titolo era London Suite) risponde subito franco e secco: "Rinuncio"; ad ogni modo, appena uscito dalla cabina di vetro, prende possesso del suo premio di consolazione, un'auto utilitaria.
Ed eccoci infine al clou della trasmissione: il professor Lando Degoli di Carpi, matematico e appassionato d'opera lirica: se imbroccherà la risposta, vincerà 2 milioni e 560 mila lire. "Mi ritiro" dice il professor Degoli alla richiesta se vuol giocare ancora; poi, sul chiaro mormorio di delusione che sale dalla platea, aggiunge maliziosamente: "Mi ritiro nella cabina, per rispondere alla domanda"."Nelle sue partiture Verdi usò mai il controfagotto? e in quale opera?" chiede Mike Bongiorno. Entro la garitta il professor Degoli suda di pena, poi dice piano: "Non lo so". Bongiorno l'incoraggia mentre l'orologio scandisce i secondi: "Il Falstaff" azzarda il professore. Ma la risposta esatta è invece: Don Carlos.

Giuliano Gramigna, Fatale il
Don Carlos al professore musicofilo, "Il nuovo Corriere della sera", 18 dicembre 1955.

giovedì 28 maggio 2009

Dacci un Taglio

Rome est très belle… Sua cuscina casarescia… Bucatilli alla marchinacia, fetturicci mantecalle, scottimbocca a saltadito, popotete ciancitacche!
“Il Leopardo” (José María Mendoça), mercenario belga in Angola, sanguinario e fangurmé in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (Ettore Scola, 1968).

domenica 24 maggio 2009

L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)

XVIII — TUTTI I GUSTAFSSON SONO GUSTAFSSON

"Nella macedonia sì. Ok nella panna, ok anche sulla torta. Ok nei fields, sempre. NO! NELLA CARBONARA NO!"
Per due gocce di aceto balsamico: Che film abbiamo trasmesso?

DUST

ATTENZIONE: LA PARTITA SI È CONCLUSA SULL'ALTRO TAVOLO DA GIOCO DOMENICA 24 MAGGIO ALLE 12.45. IL FILM TRASMESSO ERA "IL POSTO DELLE FRAGOLE" (INGMAR BERGMAN, 1957). COMPLIMENTI AL RAPIDO E TRANQUILLO "MAXERAMAX" DI PAURA.
LA PROSSIMA SFIDA SI TERRÀ DOMENICA 31 MAGGIO.

L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ.
GRADUATORIA

afasol: 11 gocce d'aceto balsamico.
arcomanno : 11 gocce d'aceto balsamico.
bianca: 3 gocce d'aceto balsamico.
YagaBaba: 3 gocce d'aceto balsamico.
gegio: 3 gocce d'aceto balsamico.
maxeramax: 2
gocce d'aceto balsamico

mercoledì 20 maggio 2009

Via Dandolo

La creatività dilata il tempo.
È solo la banalità, che lo contrae.
E poi alla fine sfugge del tutto.
Mimmo (Domenico detto "Mimmo" Scicchitano) al mostro di Frankenstein in Necropolis (Franco Brocani, 1970).


Un passaggio obbligato, letteralmente. La sinuosa e splendida erta, tutta tornanti da prendere in seconda ma meglio salirla a piedi, che unisce Monteverde e Trastevere, la casa dei miei nonni e il centro di Roma. Nelle lunghe passeggiate, soprattutto notturne, fino alle due del mattino and beyond, soprattutto con mio padre, che diceva sempre, quando la imboccavamo: "Via Dandolo, che visse sempre dandolo e dandolo morì". Di lunga erta montana. Quel pasticcione comunista di mio padre la adorava, quella poesia. Per la musica, per il ritmo. La sapeva a memoria, lui era della generazione che sapeva ancora a memoria le parole, che si portava intere biblioteche di Babele in testa. Ma lui più di altri: le parole, non le cose. La recitava a tutta velocità, senza punteggiatura. Musica pura. Come fosse un rap.


domenica 17 maggio 2009

L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)

XVII — LA SPRITZATURA

Troverò un cinema, da qualche parte in una foresta di tigli. Rimarrò là, giorno e notte, e proietterò i miei film preferiti, qualsiasi cosa succeda.
E sarò l’uomo più felice del mondo.
Quentin Tarantino intervistato da Samuel Blumenfeld per il settimanale francese “Le Monde 2”, n° 172, 2-8 giugno 2007, p. 31.

Solito bar, sguardo in campo Santa Margarita.
Oscar Amalfitano dice: "Sai cosa? Mi piacerebbe girare un film a Venezia come fosse Londra. Sono sicuro che sarebbe un bel film, roba che spacca".
Annuisco: "Sì, sarebbe un altro, splendido film impossibile. L'anello mancante tra Livorno e Hue".

Questo dialogo è incomprensibile, almeno per me. Spiegamene il senso nascosto, ammesso e non concesso che ve ne sia uno, e vinci quattro olive estratte da altrettanti spritz, stuzzicadenti compresi.

P.S.: Ti ricordo che le regole de L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ™ sono depositate presso gli eredi del notaio Altamante Fruzzetti e possono essere consultate qui. Se non ti piace Venezia, vai a Mestre

ATTENZIONE: LA PARTITA SI È CONCLUSA MERCOLEDÌ 20 MAGGIO ALLE 11.04. PARE CHE SENZA SAPERLO, AMALFITANO E IO AVEVAMO COMPOSTO UNA SCIARADA. MA NON SAPENDO COSA DICEVAMO, NON SAPEVAMO COME RISOLVERLA. CONTINUIAMO A NON CAPIRE, MA CI ADEGUIAMO ALLA RISPOSTA DI ARCOMANNO, NEI COMMENTI. LE OLIVE SONO SCOMPARSE. FORSE NON CI SONO MAI STATE.
LA PROSSIMA SFIDA SI TERRÀ DOMENICA 24 MAGGIO.

L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ.
GRADUATORIA

afasol: 11 olive.
arcomanno : 11 olive.
bianca: 3 olive.
YagaBaba: 3 olive.
gegio: 3 olive.

venerdì 15 maggio 2009

Dacci un Taglio

scampagnata.jpg

La somiglianza


Se la “scampagnata” è un genere, la scena che vediamo non è forse un compimento del genere? Queste due specie di oche che non sanno “accomodare” bene i propri occhi sarebbero (come tutti i presenti) la metafora resa visibile, trasformata in specie, delle signorine impacciate, scioccherelle e male in arnese – posso sempre immaginare di veder comparire, un giorno o l’altro, delle cugine di provincia che gli somigliano.
Questo quadro, dopo tutto conforme a un’arte – infatti basta che sia una composizione, che organizzi dei personaggi in determinate pose, che sistemi una scenografia —, forse è imbarazzante per l’eccesso stesso degli elementi accessori. Questo quadro – più che tutta la pittura dove la figura appare solo perché è stata in precedenza deformata per apparire — non è inverosimile: è la somiglianza stessa.
Il quadro somiglia perché ci fa orrore, oppure perché lo riconosciamo? E lo riconosciamo perché non vi siamo ancora entrati; altrimenti non potremmo identificarlo, e sarebbe lui a sceglierci.
La sua somiglianza è dunque qualcosa di ermeticamente chiuso in se stesso? Questo mondo – qui sta la sua follia – si somiglia all’infinito: qui sta il suo orrore.
Più che uomini e donne anormali, in queste interminabili infanzie vediamo degli animali lievemente eccentrici. Dimenticavo quella specie di pollo che se ne sta sdraiato in primo piano a fare un po’ di musica. Quest’uomo è troppo magro da mangiare? non si regge sulle sue esili gambe e così è destinato a passare da una barella all’altra, fino a esaurire la sua magrezza? tenta di ammaliare col suo strumento tre vampiri imbecilli o ha già trasformato altri mostri in questa trinità dischiusa dalla sua impotenza? Il tronco umano riserva a se stesso una parte che si trova nel Giudizio universale di Signorelli, cioè un colore aggiunto a questa scena dall’interno.
Certo, tutto questo non designa nessuno fuori dall’immagine, senza però riuscire a mostrarci “degli altri”; in maniera implacabile, in maniera solitaria fino al suono di un’armonica che percorre la tetra campagna, questa immagine racchiude in sé una somiglianza.

Jean Louis Schefer, L’uomo comune del cinema (traduzione di Michele Canosa), Quodlibet, Macerata 2006, p. 51.

martedì 12 maggio 2009

Sinergia outlet in tempi di crisi

Nel supermercato sotto casa mia ormai ci sono solo prodotti con marca del supermercato sotto casa mia. Ancora pochi mesi fa non era così. Ancora pochi mesi fa era tutto bollicine, cappelli a cilindro, caschetti alla Louise Brooks e Cotton Club. Il cotone ce l'ho, ma la carta da culo no. Me ne restano solo tre rotoli.
È la crisi, bellezza.
Se compri all'ingrosso i prodotti con marca del supermercato sotto casa mia, ti costa meno che comprarne uno solo. Una confezione da 32 rotoli di carta da culo ti costa meno che un rotolo solo, al chilo. Chili di rotolo da carta da culo. Della marca del supermercato sotto casa mia.
Mi aggiro nei reparti bolscevichi del supermercato sotto casa mia con la confezione da 32 rotoli di carta da culo. È enorme. È ridicola. È più alta e più larga di me. Fosse un armadio, potrebbero starci tutti i miei vestiti, compresi i calzini miei e quelli spaiati di un mio amico, che perde sempre i calzini perché glieli ho rubati io.
Io non la finirò mai, questa confezione da 32 rotoli di carta da culo della marca del supermercato sotto casa mia. Morirò, e resteranno tutti questi rotoli di carta da culo, dovrò andare dal notaio e cambiare il testamento, per aggiungere una clausola relativa alla carta da culo, tra parcella del notaio, marche da bollo e tasse varie questa confezione da 32 rotoli di carta da culo mi costerà l'occhio della testa, tanti quanto costerebbero 32 confezioni da 32 rotoli di carta da culo della marca del supermercato sotto casa mia. O 12 rotoli di carta da culo Cotton Club deLuxe, aromatizzati allo champagne con bollicine. Forse pure di più.
Reparto macelleria. Confezione da due hamburger della marca del supermercato sotto casa mia. Costano 3 euro, ma scadono oggi e allora l'impiegato del supermercato sotto casa mia ha scritto sopra il codice a barre con pennarello indelebile 1,50 €.
Due piccioni con una fava. Un affare, e al contempo la soluzione del problema. Torno a casa. Metto la confezione da 32 rotoli di carta da culo in mezzo al salone, monolito igienico ed economico. Poggio gli hamburger sul tavolo della cucina, dove rimarranno tutta la notte, oltre la data di scadenza. Il frigorifero rischierebbe di far fallire il mio piano ingegnoso e diabolico. Domani mattina, senza averli neppure passati in padella, li mangio crudi tutti e due.
2009: Odissea nella gastroenterite. Voglio proprio vedere se non ci do una bella botta, alla confezione da 32 rotoli di carta da culo della marca del supermercato sotto casa mia.

domenica 10 maggio 2009

L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)

XVI — LA GELIDA MANONA

Che bella mano… È sua?
Totò in non so più che film.

In compenso so da che film è tratto questo spezzone, ma non te lo dico: trovalo da te e vinci un paio di guanti.
AGGIORNAMENTO (mercoledì 13 maggio): Ho allungato il filmato. Mi riprendo un guanto e se ora non riconosci subito il titolo del film te lo tiro in faccia, perché significa che invece di andare al cinema hai preferito fare il furbetto, hai preferito vivere. E guarda un po' come finiscono, i furbetti.
AGGIORNAMENTO (venerdì 15 maggio): Basta, non posso mostrarti oltre. A questo punto l'ultimo indizio te lo fornisce Dust:

Per fare questo film servirebbero almeno due John Woo.



P.S.: Ti ricordo che le regole de L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ™ sono depositate presso gli eredi del notaio Altamante Fruzzetti e possono essere consultate qui. Se non sai cosa fa la destra, consolati ignorando la sinistra.

LA PARTITA SI È CONCLUSA SENZA VINCITORI.
IL FILM DA TROVARE ERA I GANGSTERS (THE KILLERS, 1946), DI ROBERT SIODMAK.
LA
PROSSIMA SFIDA SI TERRÀ DOMENICA 17 MAGGIO.