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domenica 25 novembre 2012

Porque ce vai (mozione Ana Torrent)

Alla fine ci sono andato anch'io, abbiamo fatto 'sto bel fioretto. Io a rue des vinaigriers, traversa del Canal St-Martin, di fronte all'Hôtel du Nord, est-ce que j'ai une gueule d'atmosphère, domenica è zona pedonale, io le zone pedonali le odio, una città senza automobili mi fa subito pensare a immagini di Zombi, con la gente che va e viene, tutto senza senso, come un film di zombi con Arletty. Comunque eccoci al 36 rue des Vinaigriers, "primarie al 20", te pareva, al 20 c'è il Cercle des Garibaldiens, lo sapevate che sul Canal St-Martin c'era un Cercle des Garibaldiens? Comunque non lo sapevamo neppure io, di male in peggio, garibaldini zombi che s'ingroppano Arletty approfittando della domenica pedonale, un horror firmato Luigi Magni? Pure il sole dopo la pioggia è unheimlich, da queste parti. Boh. E poi non sono mille, ma quattro, e quando entro sono l'unico, vestito "asc-purtivi" come Capannelle prima dell'audace colpo, quelli manco mi guardano il passaporto, potrei essere Bin Laden e far saltare tutto, invece mi siedo in quell'angolo, vada, prenda la matita (e mi dà una penna blu), quando ha votato pieghi la scheda in quattro così entra nell'urna (bravo, prendi pure per il culo), il passaporto lo vediamo dopo, non abbia paura (sic). Mi siedo in un angolo, compilo per benino il formulario cercando di ricordarmi che non mi chiamo Stenelo ma Luigi Stenelo, la vita è una cagna, firmo che sì, ho ricevuto e letto il fantastico programma, non l'ho mai ricevuto, figuriamoci leggerlo, mica mi chiamo Arletty, mi chiamo Luigi Stenelo, e prometto che darò un euro e tra me e me mi preoccupo perché ho solo una moneta da due, chissà se i prodi Garibaldiens mi daranno il resto o se se lo intascheranno in vista di azioni gloriose tipo breccia di Padre Pio. A un certo punto, mentre sto ancora seduto entra un fiotto di ragazze under 21, divertitissime, che si fa che non si fa, c'è un po' di baraonda, poi si siedono con i loro foglietti, nessuna vicino a me che ho scelto la posizione strategica dell'angolo dell'asino, chissene, tanto sono tutte un po' cozzette, mi alzo, metto la scheda, quella dice "ha votato!" (e capirai), ho dimenticato di mostrare il passaporto, lo tiro fuori, quella lo poggia sul tavolo e non lo apre nemmeno, dico devo pagare, quella risponde che no, un signore che recita la parte del responsabile (sarà Nino Bixio?) dice che hanno deciso di non far pagare perché "non hanno la struttura", tra me e me mi chiedo che fine avranno fatto le infrastrutture, un tempo era tutta un'infrastruttura, da piccolo mi dicevo quando sarò grande imparerò cos'è un'infrastruttura, poi quando sono diventato grande nessuno parlava più di infrastrutture, e ora mancano persino le strutture, le strutture da un euro, e quindi faccio la mia uscita ironica e dico "ma allora ho mentito, nel formulario!", e quella no problem, tanto lo cancelliamo (ah, vabbe', se lo cancellate...) e Nino Bixio (o Sydney Sonnino?) a questo punto ha uno scatto organizzativo, un salto evolutivo e dice altisonante nella stanzetta di 6 metri quadri "ragazze! non dite che contribuite, qui abbiamo deciso di non farlo, non abbiamo la struttura!", e qui si rivolge alle cozzette, tra le quali magari ce n'è pure una che si chiama Anita, forse un giorno sarà famosa per aver vinto il Grande Fratello d'Italia e fra un secolo chi passeggerà tra le vie pedonali di Chiusi Scalo alzando gli occhi troverà una lapide "Qui pernottò Anita". Vabbe'. È stato un gran momento democratico.

Anche Ana Torrent, resa celebre da Victor Erice nello Spirito dell'alveare, è stata un gran momento democratico. A scanso di equivoci Erice fu il più grande regista spagnolo dopo Dom Luis e aspettando il maleducato Pedro. Con due soli film (quello sul melocotogno alla fin fine è un po' 'na pizza): il primo è il suddetto Espiritu, l'altro si chiama El Sur e se possibile è ancora più bello, l'hanno visto in quattro, ci sono Omero Antonutti e Margarita Lozano e Aurore Clément e ciononostante il film è bellissimo. Aurore Clément per me è un mistero, è brutta come la fame, recitazione da filodrammatica, ma appare solo nei capolavori, sarà un portafortuna, non vedo altra spiegazione. El Sur non va confuso con Sur, che è un film di Solanas piuttosto bruttino, malgrado Piazzolla e Gardel, ma nel film di Erice si sente una splendida versione di En er mundo, che però non è un tango ma un paso doble (Guy Marchand: "Tango, ça s'écrit comme un tango?" Michel Serrault: "Non mais comment voulez-vous que ça s'écrive? Comme paso doble?": Guardato a vista di Claude Miller), forse una prossima volta lo posto, ma solo se fai il bravo e mi giuri che alle primarie non hai votato Mastella. Comunque questa non è tratta da un film di Erice ma da Cria Cuervos di Saura, che non è male ma non vale l'Espiritu. Alla fine di Legami! la cantano in automobile Banderas, Abril e la di lei sorella. Ana Torrent oggi ha 39 anni, io l'ho rivista in un remake softcore di Sangue e Arena dove il matador preferiva fare il porcellone con Sharon Stone invece di sposare lei, che effettivamente non era proprio uno schianto. Va' a capi'.

(scritto domenica 27 marzo 2005, per puro caso esattamente alla stessa ora indicata dal post)

lunedì 4 gennaio 2010

L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)

I — THE BIG CHILL

Oltre questa non vi è niente, se non freddo e nemici.
Prime parole del narratore nel documentario Bosphore (Maurice Pialat, 1962). (Lo scrive Ovidio in esilio, Tristia, Libro II.)

Sembra provenire da un paese dove fa sempre freddo.
Travis Bickle (Robert De Niro) descritto da Paul Schrader nella sua sceneggiatura di Taxi Driver (Martin Scorsese, 1976).

— Ha mai provato la fame feroce, il freddo che penetra nelle ossa, il caldo che lascia senza fiato?
— Come dice Vittorio Gassman in un film: modestamente, sì.
Roberto Bolaño intervistato da Mónica Maristain per l’edizione messicana di “Playboy”, luglio 2003. L’intervista uscì pochi giorni dopo la scomparsa di Bolaño, morto il 15 luglio. Ora la trovi integralmente tradotta qui.

Sciogli l'enigma di questi frosty frames e vinci tre Amalia de Lana. Giovedì e sabato ti farò vedere nuove immagini, ma mi imbacuccherò (di) altrettante amalie: rischi di fare la fine del custode alcolizzato.
AGGIORNAMENTO (giovedì 7 gennaio): Grazie a qualche vecchia cartolina, ho allungato il filmato. Ma qui continua a far freddo, Bersani indossa sempre la stessa giacca sformata, Berlusconi sfoggia sempre lo stesso cerottino e l'unico problema della politica italiana, ce lo dicono tutti i giorni sul tg1 alle 20.14 precise, si chiama Di Pietro. Fosse il 2 febbraio mi preoccuperei, come diceva sempre Rossella O'Hara alla sua marmotta. Meglio uscire coperti, con 2 Amalia de Lana.
AGGIORNAMENTO (giovedì 9 gennaio): Il filmato è sempre più lungo, e la soluzione talmente ovvia che persino io riuscirei a indovinarla, non so se mi spiego. Non meriteresti neppure un'Amalia de Lana.



LA PARTITA SI È CONCLUSA SENZA VINCITORI.
LA SCENA ERA TRATTA DA EL SUR (1982), IL PIÙ BEL FILM DI VICTOR ERICE, SEBBENE INCOMPIUTO.
LA PROSSIMA SFIDA SI TERRÀ LUNEDÌ 11 GENNAIO.