giovedì 10 marzo 2022
Stenshots
domenica 6 ottobre 2013
mercoledì 5 ottobre 2011
Dacci un taglio
— Oggi qui c’è molta confusione. È seccante perdere le cose.
— Perdere dati?
— Tutto il Duecento. Abbiamo perso molti computer di tipo convenzionale. Qui è tutto uno spostar cose, un “riorganizzare”, ma stavolta è tutta colpa di ZERO, la più grande banca dati del mondo. Be’, peccato: povero piccolo Duecento… Non è un granché come secolo, solo Dante e qualche Papa corrotto, ma è così perturbante, così fastidioso…
Un bibliotecario (Ralph Richardson) e Jonathan E. (James Caan) in Rollerball (Norman Jewison, 1975).
venerdì 3 dicembre 2010
Dacci un taglio
C'était l'histoire d'un homme qui travaillait dans une chambre devant laquelle passait le métro aérien et qui employait ses dimanches à se promener en métro pour regarder sa chambre du dehors.
Soggetto cinematografico scritto da Jean Vigo ai tempi di Zero in condotta (1933); citato in Francesco Savio (che lo definisce un “controcampo sceneggiato”), Visione privata — Il film “occidentale” da Lumière a Godard, Bulzoni Editore, Roma 1972, p. 22.
lunedì 20 settembre 2010
Dacci un taglio
Il sogno di Cavour, di Vittorio Emanuele II, di Garibaldi e di Mazzini si è finalmente avverato. La fulgida stella sabauda irradia il Campidoglio e il Quirinale e l’Italia, una, libera e indipendente, tributa ai suoi grandi fattori la palma della vittoria e il plauso del popolo cui la gloriosa data del 20 settembre ha schiuso una novella era di prosperità, di pace, di amore.
Dalla “sceneggiatura” (“quadro” 7) di La presa di Roma — XX settembre 1870 (Filoteo Alberini, 1905), primo film a soggetto della storia del cinema italiano. Ora in 1905. La presa di Roma. Alle origini del cinema italiano, a c. di Michele Canosa, Le Mani / Cineteca di Bologna, 2005.
domenica 15 agosto 2010
Trilogia della villeggiatura
Bennie (Warren Oates) in Voglio la testa di Garcia (Bring me the Head of Alfredo Garcia, 1974) di Sam Peckinpah.
Una volta sono stato alle Isole Vergini. Ho incontrato una ragazza. Abbiamo mangiato aragoste. Bevuto piña colada. Al tramonto, abbiamo fatto l’amore come lontre. Quella è stata proprio una bella giornata. Perché non posso avere quel giorno ancora, e ancora, e ancora?…
Phil Connors (Bill Murray), condannato a vivere e rivivere lo stesso 2 febbraio, non nelle Isole Vergini, ma nella noiosa cittadina di Punxsatawney, Pennsylvania: niente piña colada in Ricomincio da capo (Groundhog Day, 1993) di Harold Ramis.
— A Santiago!
— In pellegrinaggio?
— Macché, ci andiamo per far soldi. C’è un sacco di gente, no?
— Non c’è nessuno. Nessuno. Nelle quattro piazze che circondano la cattedrale, una volta c’erano migliaia e migliaia di pellegrini, ora è vuoto, completamente vuoto, nemmeno un cane, stessa cosa negli alberghi, tutto vuoto, tutto.
Tempi di magra per una prostituta (Delphine Seyrig) e i barboni Pierre (Paul Frankeur) e Jean (Laurent Terzieff): non c’è un cane a Santiago di Compostella ne La via lattea (Luis Buñuel, 1969).
sabato 26 giugno 2010
Dacci un taglio

Dr Pryckle and Mr Pride (1925) di Scott Pembroke e Joe Rock.
venerdì 25 giugno 2010
Dacci due tagli
Roberto Bolaño, Mollate tutto, di nuovo (primo manifesto infrarealista), 1976.
Ed ecco un’altra speranza di Broadway: il Gran Faustino. Per vent’anni ha suonato l’organetto con una scimmia. Poi un giorno la scimmia si è messa in sciopero. Chiedeva orari di lavoro più brevi e banane più lunghe.
Il detective Sam Grunion (Groucho Marx) presenta il Gran Faustino (Chico Marx) in Una notte sui tetti (Love Happy, 1949) di David Miller e Leo McCarey.
venerdì 2 aprile 2010
Dacci un taglio
— … è come se l'avessi letta perché io lo so che cosa c'è scritto, eh eh! Perché c'è, lì, quello che il pubblico di sinistra vuole sentirsi dire, no, capito? Berlusconi che si fa il lifting, che gli riesce male, il trapianto di capelli, gli riesce bene, tutti a ridere!
— Ma questo non è il mio film, però!
— E vabbene, non è il tuo film, ma tutti a ridere, cosa c'è da ridere, poi io… ho un altro progetto, capito? Ho un altro progetto. Sto scrivendo…
Nanni Moretti (Nanni Moretti) e Teresa (Jasmine Trinca) ne Il caimano (Nanni Moretti, 2006).
sabato 14 novembre 2009
martedì 13 ottobre 2009
martedì 8 settembre 2009
Dacci un Taglio
Ora suoneremo il prossimo brano, il… musicale… c’erano tre… brani musicali, questo è il terzo… terzo brano… un pezzo… lo riconoscerete subito, è facile, è… è di Chopin… è preso… è nello stile della Marcia… Marcia militare, che è molto… molto facile da riconoscere, quindi… per piacere ascoltate e sono sicuro che riconoscerete… vi ho per così dire dato la risposta ma è… è Chopin.
Da trent’anni Jimmy Gator (Philip Baker Hall) conduce un celebre quiz televisivo; ora sta per avere un collasso cardiaco in diretta in Magnolia (P.T. Anderson, 1999).
giovedì 25 giugno 2009
Dacci un Taglio
Walker Percy, The Moviegoer, 1961 (L’uomo che andava al cinema, trad. di Eileen Romano, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1989, p. 98).
giovedì 28 maggio 2009
Dacci un Taglio
Rome est très belle… Sua cuscina casarescia… Bucatilli alla marchinacia, fetturicci mantecalle, scottimbocca a saltadito, popotete ciancitacche!
“Il Leopardo” (José María Mendoça), mercenario belga in Angola, sanguinario e fangurmé in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (Ettore Scola, 1968).
venerdì 15 maggio 2009
Dacci un Taglio

La somiglianza
Se la “scampagnata” è un genere, la scena che vediamo non è forse un compimento del genere? Queste due specie di oche che non sanno “accomodare” bene i propri occhi sarebbero (come tutti i presenti) la metafora resa visibile, trasformata in specie, delle signorine impacciate, scioccherelle e male in arnese – posso sempre immaginare di veder comparire, un giorno o l’altro, delle cugine di provincia che gli somigliano.
Questo quadro, dopo tutto conforme a un’arte – infatti basta che sia una composizione, che organizzi dei personaggi in determinate pose, che sistemi una scenografia —, forse è imbarazzante per l’eccesso stesso degli elementi accessori. Questo quadro – più che tutta la pittura dove la figura appare solo perché è stata in precedenza deformata per apparire — non è inverosimile: è la somiglianza stessa.
Il quadro somiglia perché ci fa orrore, oppure perché lo riconosciamo? E lo riconosciamo perché non vi siamo ancora entrati; altrimenti non potremmo identificarlo, e sarebbe lui a sceglierci.
La sua somiglianza è dunque qualcosa di ermeticamente chiuso in se stesso? Questo mondo – qui sta la sua follia – si somiglia all’infinito: qui sta il suo orrore.
Più che uomini e donne anormali, in queste interminabili infanzie vediamo degli animali lievemente eccentrici. Dimenticavo quella specie di pollo che se ne sta sdraiato in primo piano a fare un po’ di musica. Quest’uomo è troppo magro da mangiare? non si regge sulle sue esili gambe e così è destinato a passare da una barella all’altra, fino a esaurire la sua magrezza? tenta di ammaliare col suo strumento tre vampiri imbecilli o ha già trasformato altri mostri in questa trinità dischiusa dalla sua impotenza? Il tronco umano riserva a se stesso una parte che si trova nel Giudizio universale di Signorelli, cioè un colore aggiunto a questa scena dall’interno.
Certo, tutto questo non designa nessuno fuori dall’immagine, senza però riuscire a mostrarci “degli altri”; in maniera implacabile, in maniera solitaria fino al suono di un’armonica che percorre la tetra campagna, questa immagine racchiude in sé una somiglianza.
Jean Louis Schefer, L’uomo comune del cinema (traduzione di Michele Canosa), Quodlibet, Macerata 2006, p. 51.
lunedì 27 aprile 2009
Dacci un Taglio
Nuove non ho da darti, se non che, ho riveduto qui il tuo Stendhal, che è console di Francia, come saprai, a Civitavecchia, e l’altra sera parlai colla commissione medica mandata da Roma a complimentare il cholera da Parigi, la quale ci promette la venuta del morbo in Italia: predizione di cui ridono i medici di qui, perchè non ci credono: ed io rido con chi crede e con chi non crede.
Giacomo Leopardi, Lettera a Paolina Leopardi, 31 agosto 1832.
mercoledì 15 aprile 2009
martedì 14 aprile 2009
Dacci un Taglio
Anticamente, il suolo sotto l’ospedale del Regno era una palude, dove i tintori venivano a inumidire i loro grandi teli, che poi stendevano per la sbiancatura. In seguito, qui fu costruito il grande ospedale, e gli sbiancatori furono sostituiti da medici e ricercatori, genii della scienza e della tecnologia, che per coronare il loro lavoro chiamarono questo luogo “il Regno”.
Ora è come se il freddo e l’umidità fossero tornati: si cominciano a vedere piccole tracce di stanchezza negli edifici non più così solidi e moderni. Nessun essere vivente ancora lo sa, ma la porta del Regno sta per aprirsi.
Prologo della serie televisiva The Kingdom — Il Regno (Lars von Trier e Morten Arnfred, 1994).
sabato 28 marzo 2009
Dacci un Taglio
Se sento qualcuno dire “come ai vecchi tempi”, mi butto dalla finestra.
Prima di andare in scena, un vecchio clown (Buster Keaton) al collega Calvero (Charles Chaplin) in Luci della ribalta (Charles Chaplin, 1952).
venerdì 27 marzo 2009
Dacci un Taglio
— Ti dirò cosa vedo qui, Sims. Il panorama del futuro. L'unico panorama che resterà da guardare. Più i rifiuti saranno tossici, più aumenterà il livello di sforzo e di spesa che i turisti saranno disposti a tollerare per visitare il sito. Però credo che non dovreste isolare questi siti. Isolare i rifiuti tossici va bene. Li rende più grandiosi, più minacciosi e magici. Ma la spazzatura ordinaria dovrebbe essere piazzata nelle città che la producono. Esponete la spazzatura, fatela conoscere. Lasciate che la gente la veda e la rispetti. Non nascondete le vostre strutture. Create un'architettura fatta di immondizia. Progettate fantastiche costruzioni per riciclare i rifiuti e invitate la gente a raccogliere la propria spazzatura e a portarla alle presse e ai convogliatori. Così imparerà a conoscere la propria spazzatura. Il materiale a rischio, i rifiuti chimici, le scorie nucleari, tutto questo diventerà un remoto paesaggio all'insegna della nostalgia. Gite in autobus e cartoline, posso garantirlo.
Sims non era sicuro che questa tirata gli andasse a genio.
— Che tipo di nostalgia ?
— Non bisogna sottovalutare la nostra capacità di provare desideri complessi. Nostalgia per i materiali della civiltà messi al bando, per la forza bruta di vecchie industrie e vecchi conflitti.
Don DeLillo, Underworld (traduzione di Delfina Vezzoli), Einaudi, Torino 1999, p. 303.