giovedì 31 ottobre 2013

Abbassa i toni, dolce Carlotta

Parlate piano.
Piano.
Sto ascoltando la dichiarazione quotidiana di Enrico Letta.


Piano.
Devo ascoltare il monito di Giorgio Napolitano.


Piano.
C'è il commento di Gian Carlo Caselli.


Piano. Non fate troppo rumore.
Per piacere.
Grazie.

martedì 29 ottobre 2013

Face/Off

Oggi ho mostrato la prima metà di The Killer a mia figlia.

Emidio non aveva familiarità con il cinema di Hong Kong.
Ma assieme ad Azio è stato il mio passeur, ai tempi in cui c'erano i passeurs. C'era un deserto da attraversare, ti mostravano un bel punto di partenza, grazie a loro da qualche parte arrivavi di sicuro. Era un bel punto d'arrivo? Fatti tuoi. Sempre meglio del deserto.

Oggi il deserto c'è ancora. Si è esteso. È naturale, che si sia esteso. Nulla può fermare il deserto. Internet collega fortini fantasma, come in Undead Nightmare (grande film). (Non è un film.) "Tutto merito della ferrovia. Ma il deserto è sempre lo stesso."

Emidio era convinto di essere un pensatore. Era un narratore. Come i migliori pensatori.
La scena del giudice Rasto, in Cadaveri eccellenti, raccontata da Emidio, era più bella di quella filmata da Francesco Rosi.
Poi ricordo una barzelletta, durava un quarto d'ora, era un film. Un giorno te la racconto.
Poi ricordo un pettegolezzo. Ma era un pettegolezzo sugli anni Cinquanta, raccontato quarant'anni dopo. Forse trenta. Temo trenta. Forse preferirei che fossero quaranta, sarei più giovane. Comunque c'è prescrizione. Possiamo diffonderlo.
René Clément – raccontava, pensava (credeva?) Emidio – René Clément aveva una moglie di alto bordo: affascinante, simpatica, colta. Uscivano la sera, erano ai ricevimenti negli hôtels particuliers del sedicesimo, così mornes visti da fuori quegli hôtels particuliers: ma è una truffa calcolata, non sono mornes, sono meravigliosi castelli in cui non sei mai entrato, e da cui sarai sempre cacciato (lo garantisce Echenoz).
Non sei Jacques le Fataliste. Vivi negli Anta. Sei William Harford.
Lei, come si diceva nei mitici anni non-Anta: brillava.
Lui, come da copione: rosicava.
Poi, a casa, a letto. Lei dormiva. Splendida. ("Seni d'alabastro", forse? Paolo, un altro mio passeur, sognava, vedeva, sorrideva e adorava l'espressione "seni d'alabastro".)
La notte. A letto.
Ma sì, via. Seni d'alabastro.
Lui, d'improvviso (!), sopra! a cavalcioni! Lei, schiacciata dal peso dell'uomo, dell'uomo René Clément, quel rappresentante spregevole del "cinéma de papa" vilipeso dai "Cahiers", distrutto eppur geniale, grandissimo, un grande regista come si suol dire, io lo immagino addirittura appunto eppure grandissimo e quindi pesante a cavalcioni su di lei, seminuda (forse nuda! o magari comunque solo con mutandine molto anni Cinquanta [come se io fossi un esperto di mutandine!]) (ma sopra magari niente! [seni d'alabastro!] ["seni d'alabastro"!] [!]), che le stringe le mani sulla gola, sulla gola che come i seni è obbligatoriamente e anche logicamente d'alabastro, che le strozza quella [(gola d'alabastro)] mentre strilla:
"Io!
IO!
Io sono più intelligente di te!"


giovedì 17 ottobre 2013

Mirko Monti

Ho mangiato un cornetto con due mani.
Ho tenuto in braccio un cagnolino.
Ho aperto un account su twitter.

La mia faccia non interesserà mai nessun regista al mondo.

domenica 6 ottobre 2013

Squalo allo scalogno: la ricetta infallibile

Oggi ho comprato lo squalo al mercato, e stasera mentre lo cucinavo ho messo Fazio Fabio come fosse la radio.
Fazio Fabio ha detto: io ho fatto le elementari (io sono come un bambino delle elementari? io ho fatto le elementari tanto tempo fa? un secolo fa? non ricordo, comunque:) un ettolitro non so cos'è.
Un ettolitro sono cento litri, ho detto ad alta voce dalla cucina. (Un etto di prosciutto, mi dia un etto di prosciutto: son cento grammi, lo so anch'io, che infatti sono laureato in prosciutto.) (Ma questo mica l'ho detto ad alta voce.) (L'ho pensato dalla cucina.)
Poi c'era l'intermezzo comico della Littizzetto Luciana. Che è durato un etto d'ora. Faceva molto ridere, ne sono assolutamente sicuro, non l'ho sentito perché dalla cucina le risate coprivano le battute.
Poi c'erano ospiti di Fazio Fabio la Littizzetto Luciana uguale alla Littizzetto Luciana di prima. Assieme a lei c'era uno con una faccia di cretino, non ricordo il nome. Erano venuti (tornata, nel caso di Littizzetto Luciana) per promuovere un prodotto: il remake de Il vedovo di Dino Risi.
Hanno mostrato una scena. Littizzetto Luciana in cucina (non la mia), il marito (interpretato da Faccia di Cretino), un cagnolino sul tavolo. Lei telefona con un telefono un po' grosso perché siamo italiani del 1959 ma cordless perché siamo italiani del 2013, il marito cretino se ne sta seduto a mangiare mango (è un frutto), il cagnolino sta sul tavolo, come ho già mirabilmente descritto.
Poi Littizzetto Luciana ha detto a Marito Cretino di annusare il culo del cane, c'è una logica in tutto ciò ma al momento non ricordo quale.
Poi Littizzetto Luciana ha detto a Fazio Fabio qualcosa tipo "Io spero che questo film spinga le giovani generazioni a vedere il film di Dino Risi".


Lo squalo andava benone. Prima ho fatto un soffritto di scalogno, quando lo scalognMa chi se ne frega di come ho cucinato lo squalo

Belle immagini. Belle parole. Bel libro.


Clicca sulla copertina per saperne di più.