giovedì 28 gennaio 2010

A perfect day for messing a song up

JEROME DAVID SALINGER, 01/01/1919 - 27/01/2010

Stradlater kept whistling Song of India while he shaved. He had one of those very piercing whistles that are practically never in tune, and he always picked out some song that's hard to whistle even if you're a good whistler, like Song of India or Slaughter on Tenth Avenue. He could really mess a song up.


mercoledì 27 gennaio 2010

La trasparenza e lo stupido

L'America Latina è stata il manicomio d'Europa così come gli Stati Uniti ne sono stati la fabbrica. La fabbrica ora è in mano ai caposquadra, e i matti evasi dal manicomio ne sono la mano d'opera. Il manicomio, da più di sessant'anni, sta bruciando nel proprio olio, nel proprio grasso.
Roberto Bolaño, "I miti di Chtulhu", Il gaucho insostenibile (trad. Maria Nicola), Palermo 2006, p. 170.

Rousseau dice che... Posso citarlo?
Luca Zaia, ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali a La storia siamo noi, Rai Due, 27 gennaio 2010.

A volte mi dico che per fare ordine nella mia testa e avere l'impressione di conservare un minimo controllo (intendi: comprensione) su questi tempi bui, vorrei stilare una breve lista delle sue costanti: principalmente italiane, ma non solo, non sempre. Ne butto sbrigativamente giù tre, le altre aggiungile te, se il gioco ti diverte.

1) La trasparenza. Chiamala se vuoi sfacciataggine, anche se preferisco il termine trasparenza, a me una certa idea di trasparenza fa orrore: penso all'inizio dell'era dei cellulari, dove si ripeteva continuamente che tutti potevano trovarti ovunque; penso anche alla celebre scena di Playtime, in cui un appartamento si ritrova con un'immensa vetrata al posto della parete che dà sulla strada. Tutto sembra perfettamente leggibile, le intenzioni più recondite vengono squadernate davanti agli occhi di tutti. Nessuno darà prova di essere un sottile analista, ad esempio, sostenendo che la riabilitazione della figura di Bettino Craxi non ha alcun interesse in sé, alcuna necessità teorico-politica e pochissime ragioni storiche d'essere, che essa ha come unico fine la salvaguardia d'interessi attualissimi di persone vivissime, e ovviamente dannosissime. Che essa ha come unico fine l'impresa totalizzante nella quale sono concretamente imbarcate tutte le forze di governo (e, per usare l'espressione usata in una soprendente intervista, anche le forze, sebbene "debolezze" qui sarebbe più adatto, che non governano): la salvaguardia assoluta del capo. Assoluta, nel senso letterale e storico del termine. A costo di eliminare il potere giudiziario, e magari tutti gli altri poteri, che in una democrazia funzionante sono indipendenti ma relativi (e responsabili). Chi lo ripete, nessuno prova neppure più a smentirlo, come se lo spazio politico si fosse ridotto a un semplice e mafioso (v. Donnie Brasco) "che te lo dico a fare".
La moltiplicazione di leggi-porcate già varate o attualmente discusse nelle Camere e commentate (leggi: giustificate e imposte) dai vari tg indigna e scandalizza (forse). A me atterrisce l'ovvietà delle intenzioni che le sottendono, e il modo in cui tali intenzioni vengono sprezzantemente palesate ai cittadini da coloro che dovrebbero rappresentarli e che sembrano non temere più nulla. Una trasparenza senza ostacolo, insomma. A una legislatura che ha poggiato i sederi delle veline sulle poltrone ministeriali si addice la pravda degli editoriali minzoliniani: quando un didietro si espone in primo piano, il dietrologo finisce in cassa integrazione.
(Esempio all'estero: la folgorante ascesa politica di Jean Sarkozy, figlio dell'attuale Presidente della Repubblica francese: questo il suo unico merito. Anche se Neuilly non è ancora la Francia, mentre qui si assiste da vent'anni a un'arcorizzazione dell'Italia.)

2) L'umorismo. Tutto quel che esula dagli interessi sopra descritti, tutte le questioni rimanenti (riforme, crisi, occupazione, precarietà, ecc.) scompaiono, risucchiate da un buco nero di scherzi, battute, motti di spirito. Ecco un'altra costante: Bush jr. era irresistibilmente comico, e su questo giocava spesso e volentieri. È la storia della proposta paradossale fatta dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta di cacciare di casa i cosiddetti bamboccioni, che lo stesso on. Brunetta ha definito "uno scherzo". Un editorialista reputava sintomatico del degrado antropologico il fatto che non si fosse più in grado di capire che di scherzo si trattava, piuttosto che interrogarsi sulla natura di una classe politica ridotta a rappresentare e autorappresentare (consapevolmente, in modo ripeto deliberato e trasparente) una pagliacciata non-stop. Al racconto pirandelliano C'è qualcuno che ride, letto come possibile critica al fascismo, oggi si rimedia con un E tutti risero. Si stila così una nuova clausola del contratto sociale, che annulla tutti gli articoli precedenti: ai sovrani il diritto di essere dei buffoni; ai cittadini il dovere di avere senso dell'umorismo.

3) Il manicomio. Da ricondurre ovviamente ai due punti precedenti. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, descritto dalla moglie Veronica come uno che "non sta bene". Ma non solo: ricordo Francesco Merlo, in un'intervista radiofonica, definire "materia da psicoanalisi" la dichiarazione del già citato ministro Brunetta sulla sinistra ("può andare a morire ammazzata"). Il suo commento non mi sembrò costituire una scusante. Lo reputai convincente. Meglio: ovvio, ancora una volta. Mi limiterò a esempi noti a tutti, che curiosamente hanno in comune una mimica e spesso un vocabolario da teppista. Il corpo scosso dai tic di Nicolas Sarkozy, quando si trova in difficoltà o anche solo quando è contraddetto, magari invitando un pescatore che lo insulta da un parapetto a "scendere un po'"; il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, vittima di un raptus isterico davanti a una giornalista dell'australiana ABC che le sta ponendo normalissime domande; il ministro della Difesa Ignazio La Russa che in una trasmissione televisiva, in nome di un suo autoconcesso diritto all'"incazzatura", sostiene che i membri della Corte europea dei diritti dell'uomo e di "quei cinque organismi internazionali che non contano nulla possono morire". Silvio Berlusconi che minaccia, anzi "giura" di strozzare quelli che scrivono di mafia. Eccetera.
A fare il punto della questione, di tanto in tanto, come il massone guzzantiano spunta Minzolini: sempre out of the blue, eppure ormai prevedibilissimo, nella puntualità dei suoi interventi (cf. punto 1), sempre con occhi assatanati e tono minatorio, come se volesse piegare il braccio dello spettatore dietro la schiena per obbligarlo a promettere che "non lo farà più" (ma cosa?!). Solo che almeno nel Caso Scafroglia alla fine arrivavano i dottori: quello non era un set televisivo, ma la messinscena terapeutica di un ricovero per malati di mente.

Tempi bui, governati da un cavaliere oscuro. Gotham City, Italia.


lunedì 25 gennaio 2010

L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)

IV — L'ARAGOSTA BOLLITA

Tre confezioni di crema Nivea a chi indovina il titolo del film. Nuove immagini giovedì e sabato, con conseguente scrematura.


ATTENZIONE: La partita si è conclusa martedì 26 gennaio alle 11.56. Strelnik si conferma quale vero challenger del 2010 ottenendo tre confezioni di crema Nivea.
I
l film da indovinare era Martha (1974 secondo imdb, 1973 a dire di Strelnik), girato per la tv da Rainer Werner Fassbinder.
La prossima sfida si terrà lunedì 1° febbraio.

L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ.
GRADUATORIA
Strelnik: 4 confezioni di crema Nivea.

sabato 23 gennaio 2010

Down in Mexico

JEAN SIMMONS, 31/01/1929 - 22/01/2010

Una diplomazia con le pale



Clicca qui per vedere altre immagini splatter della politica estera italiana!

venerdì 22 gennaio 2010

La quadratura dei poli

1) Pare vogliano abolire la geografia a scuola.
2) Pare che da qui a poco si invertiranno i poli magnetici della terra. (Pare anche che chissenefrega, se ho capito bene.)
3) Gasparri che si perde ai Parioli, zona Acqua Acetosa. Finisce per trans, mentre voleva andare al Circolo del Polo.
Atenti atenti!
Ariva la batuta bufa!
No, non arriva un corno.
A voi ve ne viene una, efficace, cazzuta, sfanculatrice e magari pure vignettabile?
Vi lascio, vado a ficcarmi in bocca un paio di carote crude.
Un giorno, promesso, vi parlerò di carote.

Satori casalingo o O Nestlé

Piccoli, piccoli editori,
neppure la raccomandazione di un God
può salvarvi dagli studi di satori.
Salvante Fruzzetti, La mia Modica.

E comunque da vari giorni mi becco l'insonnia alla rovescia. Mi sveglio in mezzo alla notte e non mi riaddormento più.
La mattina erro per la casa come uno zombi, ma davvero(1). E zombicchiando(2) faccio torpide battute a figlia7(3) che a volte ride: per pietà, suppongo. Prima di levarsi dalle palle, ieri la colf romena(4) mi ha detto: "Guarda che devi aprire il barattolo di Nutella nuovo, in quello vecchio la cioccolata che resta in fondo ormai è troppo dura". Io tra me e me pensavo Seee, troppo dura un cazzo, transilvana di poca fede, qui non si butta via niente, mica che uno apre un nuovo barattolo di Nutella così. Allora stamattina con lo scalpello(5) raschiavo disperatamente il fondo del barile: se mi guardassi allo specchio sono sicuro che mi sarei ritrovata stampata la stessa identica espressione balorda di Jerry Lundegaard.


Mi dico: è vero, è dura, ma sul muffin caldo magari fonde.
Macché, non fonde.
Fa solo i grumi. Pallette di burro marrone che rotolano rancide sul muffin tostato.(6)
(Même à déboucher les cabinets, elle devait souvent renoncer la mère Cézanne tellement c’était difficile. « Je ne sais pas ce qu’ils mettent dedans, mais faudrait pas d’abord qu’elle sèche !... Je connais ça… Ils vous préviennent toujours trop tard !... Ils font exprès d’abord !… Où j’étais avant il a même fallu faire fondre un tuyau tellement c’était dur !... Je ne sais pas ce qu’ils peuvent bouffer moi… C’est de la double !... »)(7)
Rifilo il muffin a figlia7,(8) lei addenta. Dico: "Buono, eh? Eh?!". Non risponde. Mi sfracello sulla poltrona, a fissare come un bambino ebete i cartoni animati per bambini ebeti che danno alle otto del mattino su un canale dell'Etat Républicain de l'Identité. A un certo punto mi accorgo che figlia7(9) mi sta guardando con un'espressione preoccupata. Il fatto è che mi son messo a canticchiare senza neppure rendermene conto: "Ouh là qui va là? — Inspecteur Gadget! — Non, mais ça va pas — Ouh! Ouh!".(10)
Poi arriva la pubblicità di un nuovo tipo di cereali ricoperti di cioccolata. Si vede una fabbrica gigantesca, macchinari industriali retrofitting(11) giganti, il tutto per ricoprire di cioccolato un chicco di riso soffiato (o grano, o avena, o qualcosa, no, avena no, una cosa croccante, comunque).(12)
E nella testa che gira sempre più vuota vengo attraversato dall'idea (iperbole)(14) che forzando un po', o facendolo precedere da un vocativo "O" (ma perché?!), Nestlé è l'anagramma di "Stenelo".(15)
Ma senza riuscire a cavare uno straccio di senso da questa inutile scoperta.



1) [ma da vero] nel ms.
2) Quando ero piccolo mio nonno mi raccontava le avventure di un bambino(*) chiamato Zompicchio.
3) Pronunciare [figlia8], altrimenti ci arrabbiamo.
4) Bastarda fancazzista sistemata precedentemente
qui.**
5) [il scalpello] nel ms.***
6) Nota n° 6.****
7) Questo capoverso è quasi tutto in francese.*****
8) Appunto.
9) Vedi nota n°6.******
10) Su! Tutti insieme!
Eh là qui va là (Inspecteur Gadget)
Eh là ça va pas (Ouh ouh!)
Oh là je suis là (Inspecteur Gadget)

C'est moi que voilà (Inspecteur Gadget)
Ça va être la joie (Ouh ouh!)
Au nom de la loi (Moi je vous arrête)
Je vous arrête là!!

(Go go)
Gadget à main
(Flash!)
Gadget au chapeau
(Hé ho)
Gadget au poing
(Oh la)
Elastico-Gadget

Les bandits sont là (Inspecteur Gadget)
Ils n'échapperont pas (Ouh ouh!)
Si l'inspecteur fait gaffe (Fait gaffe aux gadgets)
Qui marchent ou marchent pas!!

(Go go)
Gadget à main
(Flash!)
Gadget au chapeau
(Hé ho)
Gadget au poing
(Oh la)
Elastico-Gadget*******
11) Non preoccuparti, ti spiego anche questa.********
12) Dopo attente ricerche, siamo in grado di affermare che i chicchi contengono cianuro con dosaggio identico alla pasticca masticata da Joseph Goebbels.*********
14) Infatti il cioccolato non fa bene al colesterolo.**********

15) Questa è un'illustrazione che spacca:***********





(*) Più verosimilmente un nano. [Nota dell'Editore]
(**) Ma anche . [Nota dell'Editore]
(***) Sì, ma questo tipo di note dovrei farle io, credo. Eh. [Nota dell'Editore]
(****) Quarta nota. [Nota dell'editore]
(*****) E non l'hai manco scritto te. [Nota dell'editore]
(******) Guarda che è la nota 3. [Nota dell'editore]
(*******) File under "Volevo essere Andy Kaufman". E comunque anche 'sta canzone è in francese. [Nota dell'editore]
(********) Sì, ma il link rimanda a una pagina in inglese. [Nota dell'editore]
(*********) MA CHE CAZZO DICI?! Primo Goebbels si è sparato, secondo quelle sono normalissime crocchette al cioccolato! Qui finiamo sotto processo, razza d'imbecille! Ma chi me l'ha rifilato, questo cretino? Ho capito che stavolta la tipografia la paga la provincia e il resto va a spese d'autore, ma questa è la volta che sputtaniamo definitivamente tutta la casa editrice e chiudiamo bottega sul serio. Ma dimmi te se devo passare mesi a compilare gli studi di settore per poi leggere (e pubblicare?!) le stronzate di questo cane raccomandato. [Nota dell'editore]
(**********) Pure superstizioso, eh? Cane. Cane raccomandato. [Nota dell'editore]
(***********) Ma no che non spacca, è un'illustrazione fin troppo trita e ovvia. Di una banalità sconfortante. Non se ne può più di quella scena. [Nota dell'editore]

Visto, si stampi. È ora di farla finita. Una pillola di chocapic e addio per sempre.

Ed. Arnold e Willy Montatori (coll. "Meridiano livido con riporto"), Pizzighettone 2010.

lunedì 18 gennaio 2010

L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)

III — NORMA

Una bottiglia di formalina a chi riconosce l'origine di questo fotogramma. Nuove immagini giovedì e sabato.
AGGIORNAMENTO (giovedì 21 gennaio): Dare una ragion d'essere a due sedie orripilanti regalate da tua suocera a Natale. Ora lo sai: la televisione serve anche a questo.

Norma.jpg

tv.jpg

ATTENZIONE: La partita si è conclusa giovedì 21 gennaio alle 15.49. Strelnik si aggiudica la prima bottiglia di formalina del 2010: quasi un Novello (sia nel senso del vinaccio che in quello della new entry in graduatoria, ma non nel senso di Ivor, pronunciasi "Aivor"). Agli altri giocatori non resta che cospargersi la testa di acido, dato che il film da indovinare era La notte dei morti viventi (George A. Romero, 1968).
La prossima sfida si terrà lunedì 25 gennaio.

L'ULTIMO GIOCO IN CITTÀ.
GRADUATORIA
Strelnik: 1 bottiglia di formalina.

domenica 17 gennaio 2010

Buffi stupidi costumi locali: oggi, Auschwitz!

Dedicato all'on. Paolo Grimoldi, Camera dei deputati (gruppo Lega Nord) della Repubblica italiana
e
agli ill.mi genitori della scuola "Lina Mandelli" di Usmate Velate (MB).


lunedì 11 gennaio 2010

Le petit rayon de la chambre verte

ERIC ROHMER, 04/04/1920 - 11/01/2010


L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)

II — BARRY LYNDON

Tre pinte di sangue a chi riconosce il film da cui ho tratto questo fotogramma. Nuovi indizi giovedì e sabato, ma con spargimento di altrettanta emoglobina.
AGGIORNAMENTO (giovedì 14 gennaio): Nella versione Monopoly for kids, l'equivalente della prigione è il caffè: vacci di corsa, non passare per il via, beviti due pinte di sangue e fregatene di tutto e di tutti. Tanto il mondo è tuo, no?
AGGIORNAMENTO (sabato 16 gennaio): ultima immagine, ultima pinta. Fatti una trasfusione prima di morire dissanguato. O almeno prepara un testamento leggibile.





LA PARTITA SI È CONCLUSA SENZA VINCITORI.
NEL 1963, STANLEY KUBRICK STILÒ LA LISTA DEI SUOI DIECI FILM PREFERITI. ALL'ULTIMO POSTO FIGURAVA HELL'S ANGELS (GLI ANGELI DELL'INFERNO, 1930). IL FOLLE FILM DI HOWARD HUGHES DEVE AVER LASCIATO UN SEGNO PROFONDO: IL PRIMO DUELLO DI BARRY LYNDON SEMBRA UN CALCO DEL FOTOGRAMMA POSTATO LUNEDÌ SCORSO; LO ZEPPELIN CHE PERFORA LE NUBI RICORDA IL VALZER DI ASTRONAVI IN 2001, ALLUSIONI SESSUALI COMPRESE; NELLA SCENA DEL BALLO CON JEAN HARLOW ALLE PRESE CON I DUE FRATELLI MI È SEMBRATO DI RITROVARE TRACCE DI EYES WIDE SHUT. COLPISCE ANCORA DI PIÙ LA SOMIGLIANZA TRA LA STRUTTURA NARRATIVA (FORSE NON PROPRIO DELIBERATA) DEL FILM DI HUGHES, ORGANIZZATA LUNGO UNA SERIE DI SIPARIETTI INFANTILI E A VOLTE RAPIDISSIMI, E LA PARATASSI CARATTERISTICA DELL'ARTE KUBRICKIANA DEL RACCONTO.
LA PROSSIMA SFIDA SI TERRÀ LUNEDÌ 18 GENNAIO.

martedì 5 gennaio 2010

The Great Train Robbery

[…] j'aimais bien Casey Affleck, le fait que tout le monde passe son temps à se tirer littéralement dans le dos, l'impression générale que le film a en quelque sorte intégré la présence invisible de ses propres spectateurs, ceux du présent au cinéma et ceux du passé au théâtre (et la dernière partie me semble confirmer cette impression), l'attente créée par la voix off, dont on soupçonne toujours qu'elle va nous sortir une réflexion métaphysique et qui reste toujours en deça de nos espérances (ce qui est un choix judicieux, la plupart du temps, art de la déception etc.) en restant platement descriptive, non sans une sorte de bizarre stupeur heideggerienne, bref une voix off quelque part entre Malick et Barry Lyndon, et qui confère au film une petite musique qui au fond me semble une petite invention. Et puis les scènes pesantes où Jesse James pose une question, et on sait qu'il connaît déjà la réponse, et ses interlocuteurs aussi, et pourtant ils continuent à mentir, mollement, sans conviction, sans même savoir pourquoi, en attendant qu'un ange passe, ou plutôt un diable, et qu'il les emporte tous en enfer.



[…] questa scena resta un capolavoro di condensazione forma-senso, la storia degli Stati Uniti d'America in due minuti di film girati da un neozelandese.


lunedì 4 gennaio 2010

L'ultimo gioco in città (LE SCOMMESSE SONO CHIUSE)

I — THE BIG CHILL

Oltre questa non vi è niente, se non freddo e nemici.
Prime parole del narratore nel documentario Bosphore (Maurice Pialat, 1962). (Lo scrive Ovidio in esilio, Tristia, Libro II.)

Sembra provenire da un paese dove fa sempre freddo.
Travis Bickle (Robert De Niro) descritto da Paul Schrader nella sua sceneggiatura di Taxi Driver (Martin Scorsese, 1976).

— Ha mai provato la fame feroce, il freddo che penetra nelle ossa, il caldo che lascia senza fiato?
— Come dice Vittorio Gassman in un film: modestamente, sì.
Roberto Bolaño intervistato da Mónica Maristain per l’edizione messicana di “Playboy”, luglio 2003. L’intervista uscì pochi giorni dopo la scomparsa di Bolaño, morto il 15 luglio. Ora la trovi integralmente tradotta qui.

Sciogli l'enigma di questi frosty frames e vinci tre Amalia de Lana. Giovedì e sabato ti farò vedere nuove immagini, ma mi imbacuccherò (di) altrettante amalie: rischi di fare la fine del custode alcolizzato.
AGGIORNAMENTO (giovedì 7 gennaio): Grazie a qualche vecchia cartolina, ho allungato il filmato. Ma qui continua a far freddo, Bersani indossa sempre la stessa giacca sformata, Berlusconi sfoggia sempre lo stesso cerottino e l'unico problema della politica italiana, ce lo dicono tutti i giorni sul tg1 alle 20.14 precise, si chiama Di Pietro. Fosse il 2 febbraio mi preoccuperei, come diceva sempre Rossella O'Hara alla sua marmotta. Meglio uscire coperti, con 2 Amalia de Lana.
AGGIORNAMENTO (giovedì 9 gennaio): Il filmato è sempre più lungo, e la soluzione talmente ovvia che persino io riuscirei a indovinarla, non so se mi spiego. Non meriteresti neppure un'Amalia de Lana.



LA PARTITA SI È CONCLUSA SENZA VINCITORI.
LA SCENA ERA TRATTA DA EL SUR (1982), IL PIÙ BEL FILM DI VICTOR ERICE, SEBBENE INCOMPIUTO.
LA PROSSIMA SFIDA SI TERRÀ LUNEDÌ 11 GENNAIO.