sabato 21 aprile 2012

L'irresistibile ascesa di Nicolas, quell'altro

Gli ultimi sondaggi pubblicati prima del silenzio elettorale di venerdì sera già mostravano segni di fibrillazione, di inquietudine, se non di panico dichiarato. Dopo aver galleggiato per settimane attorno all'1% e persino al di sotto (0,5%, che sarebbe come dire la metà di uno), Nicolas Dupont-Aignan veniva dato al ben 2% di intenzioni di voto.
Nel fatidico week-end del primo turno, un vento di qualcosa percorse la spina dorsale dei candidati più quotati: Nicolas Sarkozy, François Hollande, Bernadine Pilou-Pilou. (Anche se l'espressione va presa in senso figurato: la spina dorsale, si sa, è solitamente protetta da un involucro di carne, nonché grasso e muscoli in proporzioni variabili, e pertanto il vento non può che raggiungerla in modo indiretto, non certo soffiarvi sopra e tantomeno percorrerla, quasi fosse la via verso Santiago, in Cile.)
Dal 2% al ballottaggio il passo è breve, come si diceva a cavallo dei mitici anni Sessanta e dei favolosi Settanta. Ma è pur sempre un passo, difficile compierlo senza qualche sforzo o aiuti (bastoni, deambulatori, braccia possenti e nerborute di pie infermiere laiche o cattoliche che dir si voglia). E quindi, malgrado le suddette inquietudine e fibrillazione (e anche lo suddetto panico), S., H. e P.-P. dormirono sonni relativamente tranquilli.
Avevano fatto i conti senza l'oste.
O gli osti, in questo caso.
Gli indecisi.
Valutati a un quinto. Forse a un quarto. Dell'intero corpo. Elettorale. Da tutti gli Ilvo Diamanti. D'Oltralpe, s'intende.
Che domenica andarono alle urne, in alcuni casi persino trottando, per infilarvi la scheda recante il nome e il volto di Nicolas Dupont-Aignan.
Il resto è noto: sbaragliando la Pilou-Pilou, il cui programma francamente esile non varcò la prova del dibattito televisivo tra i due turni, assicurandosi l'appoggio di Jacques Cheminade e dei suoi 5 milioni di voti, riuscendo a convincere i moderati della sua moderosità e i radicali della sua spavaldaggine, Nicolas Dupont-Aignan divenne tipo il sesto Presidente della tipo Troisième République dell'Esagono (ribattezzato Ettagono in onore del film prediletto dal Dupont-Aignan, "Il ritorno dei magnifici sette", di Burt Kennedy e con Yul Brinner ma senza Charles Bronson).

Curioso destino invero, quello di Nicolas Dupont-Aignan, nato Nicolas Dupont-Aignan.
Se il 10 marzo 1961 qualcuno gli avesse detto che in futuro avrebbe regnato sulla Francia, non ci avrebbe creduto neppure lui, anche perché all'epoca aveva solo tre giorni e sebbene l'ambizione lo avesse caratterizzato fin dalla nascita


6 commenti:

mirumir ha detto...

"L’arbre est planté droit, et ensemble, nous allons le faire grandir !", NDA, Facebook, lunedì 23 aprile 2012.

Stenelo ha detto...

La sua mi sembra facile ironia, Nicolas Dupont-Aignan non è un qualsiasi commentatore di spazioazzurro, e farà un ottimo presidente. Del resto lo ha detto anche Aldo Cazzullo stasera su la7: "Sarà un presidente solido, come la granita". e lo ha ribadito sull'"Infedele" la filosofa Michela Marzano (che di queste cose se ne intende come una filosofa Michela Marzano): "Su questo punto io e Cazzullo (e anche io) siamo in perfetta sintonia".

ungranchio ha detto...

io sapevo che Aldo Cazzullo era un alieno di tipo B. Mi preoccupa pertanto tale sitonia ma anche mi stimola e perché no, mi lascia indifferente: è giusto lasciare ciò che non si dovrebbe lasciare. Che Ognuno faccia un po' come Nicolas, alfine.

Stenelo ha detto...

Nicolas Quellaltro non promette a valvola, se dice che nel fine settimana invade lo Belgio egli nel fine settimana lo invade, a costo di costruirsi la perchiassassina per la traversata oceanica da sé.

ungranchio ha detto...

un armatore del mio stampo costretto ad inseguire un losco figuro sino su un blog (un blog, rendetevi conto). a questo è arrivata la francia odierna.

Stenelo ha detto...

Ehi amico, guarda che questo non è un blog qualsiasi, è un blog grande. Anzi, un grande blog. Persino un Cinghiale saprebbe riconoscere la differenza.