venerdì 31 gennaio 2014

Ceci est l'histoire d'un homme marqué par une image d'enfance.

Pensando a quel che sta succedendo, nelle ultime ore vedo solo una scena. A volte torna, sarà che da bambino mi colpì.
L'ispettore Rogas, poco prima della fine di Cadaveri eccellenti, si affaccia sul terrazzo, da un piano molto alto, e guarda la città. Nel libro quella scena non c'è. Francesco Rosi lavora su un'immagine topica del noir americano: il poliziotto più o meno integerrimo, l'investigatore privato più o meno integerrimo contempla "il contesto" dall'alto, in tutta la sua complessità. Questa complessità, questa "corruzione" è la sua, o perlomeno lui se ne fa carico e la comprende tutta, ergendosi quale redentore cristico: "È una sporca città, ma è la mia città".
Dal reticolato palermitano che si staglia sotto di sé, l'ispettore Rogas sente salire, sempre più forte, il rombo dei carri armati.



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