È stato detto che tutti gli uomini nascono aristotelici o platonici. 
Ciò equivale ad affermare che non c'è discussione di carattere astratto 
che non sia un momento della polemica di Aristotele e Platone; 
attraverso i secoli e le latitudini, cambiano i nomi, le lingue, i volti,
 ma non gli eterni antagonisti. Anche la storia dei popoli registra una 
continuità segreta. Arminio, quando massacrò in una palude le legioni di
 Varo, non si sapeva precursore d'un Impero Germanico; Lutero, 
traduttore della Bibbia, non sospettava che il suo fine era quello di 
forgiare un popolo che distruggesse per sempre la Bibbia; Christoph zur 
Linde, che una pallottola moscovita uccise nel 1758, preparò in qualche 
modo le vittorie del 1914; Hitler credette di lottare per un paese, ma 
lottò per tutti, anche per quelli che aggredì e detestò. Non importa che
 il suo io lo ignorasse; lo sapevano il suo sangue, la sua volontà. Il 
mondo moriva di giudaismo e di quella malattia del giudaismo che è la 
fede di Gesù; noi gli insegnammo la violenza e la fede della spada. Tale
 spada ci uccide, e noi siamo paragonabili al mago che tesse un 
labirinto ed è costretto a errarvi fino alla fine dei suoi giorni, o a 
David che giudica uno sconosciuto e lo condanna a morte e ode poi la 
rivelazione: Tu sei quell'uomo. Molte cose bisogna distruggere, per 
edificare il nuovo ordine; ora sappiamo che la Germania era una di 
quelle cose. Abbiamo dato più delle nostre vite, abbiamo dato il destino
 del nostro amato paese. Altri maledicano e piangano; io sono lieto che 
il nostro dono sia circolare e perfetto.
sabato 10 maggio 2014
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