giovedì 3 aprile 2008

Un pompelmo e un panino*

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Uno shining di Wendy Torrance. La visione è un triplo inganno, un monolito erotico (un pornolito, calemboureggerebbe forse un D.I.O. burlone).
1) Ambiguità sessuale: non è dato sapere se sotto la maschera ci sia un uomo o una donna (a meno che, ed è lecito, non si consideri l’orrenda tautologia: una persona mascherata da bestia è una bestia).
2) Fellatio impossibile: la maschera non offre aperture sufficienti per infilare quella cosaccia in bocca. È un atto sessuale rappresentato, non effettivo, come in una rapida immagine dell’orgia in Eyes Wide Shut, dove sarà il cunnilingus a essere scimmiottato (se si escludono lingue chilometriche alla Mick Jagger) da un uomo in maschera. Ma rappresentato per quali “eyes”, allora?
3) Zoofilia fantastica: quando solleva la bocca dal fiero pasto, questo mostruoso incrocio tra Winnie the Pooh e il conte Ugolino, tutto affaccendato a ripetere in eterno un atto orale simulato (la vita dei fantasmi è una noia immortale) si volta verso di noi, e quel che vediamo è un animale chimerico, metà cinghiale, metà orso.

*Ovvero, per i francofoni, “Ceci n’est pas une pipe”.

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