Laurent Joffrin è il direttore del "Nouvel Observateur", settimanale francese considerato vicino alla sinistra repubblicana. È stato tra i più ferventi sostenitori di un intervento in Libia, spingendosi ad appoggiare l'odiato Sarkozy persino quando questi minacciò di bombardare Gheddafi e le truppe lealiste da solo, qualora non si fosse riuscito a ottenere uno straccio di autorizzazione multilaterale.
Il suo editoriale di ieri riproponeva il solito nastro. Mentre scorreva placido, tuttavia, l'hardwar(e) Joffrin si è lasciato sfuggire una frase che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta:
Ceux qui réprouvent l'intervention aérienne en Libye doivent se souvenir que, sans elle, les soldats du colonel Kadhafi auraient pris sans coup férir Benghazi, capitale provisoire des insurgés, et seraient aujourd'hui occupés à réprimer sans pitié ceux qui ont eu l'affront de mettre en cause la dictature d'un pouvoir ubuesque.
Una nuova dimensione spaziotemporale, in altre parole.
Oltre la storia fatta con i se, oltre l'ucronia, oltre la fantapolitica, oltre qualsiasi forma di "Minority (o preventive) report".
Qui c'è un balzo evolutivo.
Ora addirittura ci si ricorda di un futuro parallelo.
Devo ricordarmi di quel che non accadrà domani.
Non è difficile, in fondo. Basta equipaggiarsi: nuovi modi e tempi verbali (indicativo condizionato, participio anch'io, strafuturo remoto, passato ritornante, secondo lo schema lasciato intravedere dagli antesignani Pomì e Pummarò), una fialetta di pillole doverosamente bipartisan azzurre e rosse e passa la paura.
Lo sapevate? Lo sapevate che il deserto del reale è in Libia? Benvenuti.
Il suo editoriale di ieri riproponeva il solito nastro. Mentre scorreva placido, tuttavia, l'hardwar(e) Joffrin si è lasciato sfuggire una frase che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta:
Ceux qui réprouvent l'intervention aérienne en Libye doivent se souvenir que, sans elle, les soldats du colonel Kadhafi auraient pris sans coup férir Benghazi, capitale provisoire des insurgés, et seraient aujourd'hui occupés à réprimer sans pitié ceux qui ont eu l'affront de mettre en cause la dictature d'un pouvoir ubuesque.
Una nuova dimensione spaziotemporale, in altre parole.
Oltre la storia fatta con i se, oltre l'ucronia, oltre la fantapolitica, oltre qualsiasi forma di "Minority (o preventive) report".
Qui c'è un balzo evolutivo.
Ora addirittura ci si ricorda di un futuro parallelo.
Devo ricordarmi di quel che non accadrà domani.
Non è difficile, in fondo. Basta equipaggiarsi: nuovi modi e tempi verbali (indicativo condizionato, participio anch'io, strafuturo remoto, passato ritornante, secondo lo schema lasciato intravedere dagli antesignani Pomì e Pummarò), una fialetta di pillole doverosamente bipartisan azzurre e rosse e passa la paura.
Lo sapevate? Lo sapevate che il deserto del reale è in Libia? Benvenuti.
3 commenti:
Poi come sappiamo un Minority Report c'è sempre.
Ne parla anche Dust, citando un articolo italiano che ha a che fare con l'inversione temporale: the world is yours but it's the wrong one.
L'esercito dei dodici scemi.
Ma noi li riconosciamo a colpo sicuro perché ci abbiamo il sesto senso.
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