mercoledì 20 maggio 2009

Via Dandolo

La creatività dilata il tempo.
È solo la banalità, che lo contrae.
E poi alla fine sfugge del tutto.
Mimmo (Domenico detto "Mimmo" Scicchitano) al mostro di Frankenstein in Necropolis (Franco Brocani, 1970).


Un passaggio obbligato, letteralmente. La sinuosa e splendida erta, tutta tornanti da prendere in seconda ma meglio salirla a piedi, che unisce Monteverde e Trastevere, la casa dei miei nonni e il centro di Roma. Nelle lunghe passeggiate, soprattutto notturne, fino alle due del mattino and beyond, soprattutto con mio padre, che diceva sempre, quando la imboccavamo: "Via Dandolo, che visse sempre dandolo e dandolo morì". Di lunga erta montana. Quel pasticcione comunista di mio padre la adorava, quella poesia. Per la musica, per il ritmo. La sapeva a memoria, lui era della generazione che sapeva ancora a memoria le parole, che si portava intere biblioteche di Babele in testa. Ma lui più di altri: le parole, non le cose. La recitava a tutta velocità, senza punteggiatura. Musica pura. Come fosse un rap.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

"Le parole, non le cose", scrivi… ma inevitabilmente riporta a "Quelle cose scomparse, parole", o meglio, riporta me.
"Gustavo Dandolo - via. Poi, godevo prendendolo. Ma anche, ho goduto vagando, le notti, giù per Monteverde, attraverso Trastevere, e aldilà, scivolando piano, o fermo, a galleggiare sdraiato sulla Tiberina, verso Campo dei Fiori, piazza Farnese; senza sapere, ora lo so, quanto cercassi il sorriso di una donna, e quanto quel sorriso diviso con l’amico, o anche, e anche, bla bla bla bla bla…"
(Giuseppe A. Samonà, "Quelle cose scomparse parole", Ilisso, 2004, p. 52).
Bianca

P.S.:
Immagino non sia facile trovarlo ma proverò a cercarlo in una cineteca pubblica: mi piacerebbe vedere "Necropolis".

Stenelo ha detto...

Me ne ero dimenticato, di quella voce.
"Necropolis" si trova in rete, DivX accettabile. Ma definirlo un film indimenticabile sarebbe poco meno che un'esagerazione.

Anonimo ha detto...

Tu lo ricordi bene, però. La nostra memoria non seleziona le cose belle, ma quelle che sono importanti per noi: ci hai fatto caso?
Bianca